Sventata l'evasione di un detenuto albanese dal carcere di Cremona
Sventata un’evasione dal carcere di Cremona. Attorno alle 10 di sabato, dal cortile passeggi della sezione D, un detenuto albanese, finito a Cà del Ferro solo qualche giorno prima, con l’aiuto di tre connazionali ha scavalcato il muro di cinta del cortile per cercare di scappare, riuscendo a non farsi vedere dall’agente in servizio, sfruttando un momento di distrazione. In meno di un’ora, però, da un controllo incrociato tra agente di sezione e agente addetto alla sorveglianza dei cortili è stata scoperta la mancanza di un detenuto ed è stato lanciato l’allarme che ha portato a individuare e a bloccare l’uomo in fuga, scovato nelle serre botaniche dell’istituto. La ricostruzione dell’accaduto e un “plauso al personale di polizia penitenziara intervenuto” arrivano dal sindacato Sinappe, più precisamente dal vicesegretario regionale Vincenzo Martucci. “Grazie alla prontezza e al dispiegamento di uomini organizzato all’interno dell’intercinta – evidenzia Martucci – il detenuto di nazionalità albanese è stato sorpreso nascosto nelle serre botaniche, immediatamente immobilizzato dagli uomini della polizia penitenziaria e condotto all’interno del reparto detentivo”. E’ solo grazie “alla prontezza d’intervento” degli agenti e “alla loro professionalità che si è evitato il peggio”, sottolinea il vicesegretario regionale del sindacato.
IL SOVRAFFOLLAMENTO-DETENUTI, LE CARENZE DI ORGANICO E I PROBLEMI DEL NUOVO PADIGLIONE (APERTURA A SETTEMBRE?)
La questione del sovraffollamento in carcere e della necessità di rafforzare l’organico della polizia penitenziaria in vista dell’apertura del nuovo padiglione è, come noto, un problema ancora da risolvere. “Da tempo e più volte abbiamo denunciato le carenze strutturali ed organiche dell’istituto cremonese, che a breve sarà interessato dall’apertura del nuovo padiglione, con il conseguente aumento della popolazione detentiva”, spiega Martucci.
Sul tema è intervenuto nei giorni scorsi, con una lettera datata 24 luglio – ma è notizia di queste ore – il segretario generale del Sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria, Roberto Santini. Un documento con diversi destinatari, fra cui il capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, il direttore generale del personale e della formazione del Dap, Riccardo Turrini Vita, e il provveditore regionale amministrazione penitenziaria, Aldo Fabozzi.
“Pare prendere concretezza il tanto discusso progetto di apertura del nuovo padiglione detentivo annesso alla Casa Circondariale di Cremona, tanto che si da, come data certa per l’inaugurazione, quella del prossimo 15 settembre. Tale notizia riporta alla ribalta problematiche mai sopite e da sempre sollevate da questa Organizzazione Sindacale in relazione alle carenze organiche e strutturali della struttura ‘madre’ che non hanno tuttavia trovato né fattivo riscontro, né alcun cenno di assicurazione”.
Comincia così la lettera, che cita le infiltrazioni di acqua nella struttura principale e nel nuovo padiglione, il sovraffollamento e problemi attuali come la carenza di educatori e contabili, di mezzi e di spazi”.
“È evidente – si legge – che in questo scenario non può di certo ammettersi il corso progettuale dell’apertura per il prossimo 15 settembre, sempre che l’Amministrazione (pur non avendo partecipato nulla alle organizzazioni sindacali) abbia in serbo un massiccio ed tempestivo incremento organico o sempre che l’attivazione del nuovo padiglione non si traduca in un cambio di sede dei detenuti già presenti nella vecchia struttura per procedere alla messa in sicurezza di quest’ultima. Si ricorda, ad abundanditiam, come questa Organizzazione Sindacale denunciò le infiltrazioni sopra accennate addirittura nei quadri elettrici, con pericolosissime condizioni di permanenza tanto per la popolazione detenuta, tanto per gli agenti che lì prestano servizio. Certi che si concorderà con chi scrive sulle eccezioni mosse, si attende di conoscere, nel dettaglio, il progetto dell’Amministrazione in relazione all’oggetto, volendo fornire ogni più ampia rassicurazione in merito alla preventiva risoluzione delle problematiche evidenziate Si comunica, sin d’ora, che questa Organizzazione Sindacale si opporrà, con ogni forma di protesta consentita, all’attivazione del nuovo padiglione detentivo in assenza delle condizioni logistiche che assicurino ambienti e condizioni di lavoro dignitose”.
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