Cronaca

Nubifragio e tromba d'aria, denunciati per ora 12 milioni di danni

Saranno liquidati non prima del 2014 i danni non coperti dalle assicurazioni, alle aziende agricole e non solo che hanno subito le conseguenze del nubifragio e della tromba d’aria del 13 luglio scorso sul casalasco. Sarà quello l’anno del riparto dei fondi appositamente accantonati dallo Stato per le calamità naturali: attualmente infatti si stanno pagando i danni denunciati nel 2012. Il punto sulla tempistica e sulle modalità di richiesta danni è stato fatto in san Vitale dal funzionario ministeriale giunto insieme al sottosegretario Maurizio Martina, sollecitato da Prefettura e Provincia di Cremona a prendere visione della situazione che ha sconvolto l’economia della Bassa. “Doveroso affrontare le emergenze come questa – ha detto Martina tra l’altro  – ma visto il ripetersi di questi eventi è necessario aprire una riflessione su come approntare strumenti di ordinaria gestione di questi fatti, per non doverli sempre gestire in ottica emergenziale. Penso che all’interno della Pac si debbano affrontare questi aspetti”.

Prima di lui aveva parlato l’assessore regionale Giovanni Fava. “E’ importante che tutte le aziende colpite ci facciano avere la conta dei danni entro i 40 giorni dall’evento. Dopodiché la regione ha 90 giorni di tempo per deliberare l’eccezionalità dell’evento. Vi assicuro che non aspetteremo l’ultimo giorno, e sono certo che entro fine agosto la delibera ci sarà. Il passo successivo sarà la richiesta al Governo per i riconoscimento dello stato di calamità. Due gli aspetti problematici: il fondo nazionale per le calamità è sottofinanziato, qui deve muoversi la politica e deve farlo in fretta se è vero che una prima stima Coldiretti parla di 100 milioni di danni. E poi c’è il requisito del 30% di territorio comunale, quale porzione minima del territorio colpita dall’evento calamitoso, per poter aver diritto al riconoscimento”. Su questo aspetto ampie rassicurazioni sono state fornite dal dirigente ministeriale: considerato che la tromba d’aria ha colpito a “fasce” un’ampia porzione di territorio, a prescindere dal comune di appartenenza, varrà il criterio dei fogli di mappa anzichè del comune di appartenenza delle aziende.

Uno dei problemi da risolvere – è emerso – è quello delle colture non assicurate (lo sono circa il 45-50%); alcune lo sono in quanto parte di una filiera, come il pomodoro. “Ma l’attenzione deve restare alta – ha concluso Fava – perchè il rischio è che le conseguenze dei danni si allarghino a tutto il comparto dell’agroalimentare”. Dei 27 comuni colpiti (ma il funzionario ministeriale ha parlato di 35, per un totale di 40 milioni di euro di produzione assicurata) sul casalasco, 24 hanno già fatto pervenire in Regione le schede di conteggio dei danni, per una cifra complessiva di circa 12 milioni, ha detto Fava.

Il presidente della Provincia Massimiliano Salini ha evidenziato che oltre alle aziende agricole, anche il mondo industriale e produttivo, oltre che le strutture dei comuni, hanno subito gravi danni e il territorio non potrà farcela senza un consistente aiuto; mentre l’assessore all’Agricoltura Gianluca  Pinotti ha tracciato un quadro molto fosco delle ripercussioni del maltempo di aprile e maggio (oltre che della batosta di luglio) sui conti di fine annata agricola, soprattutto per quanto riguarderà la produzione foraggera e cerealicola.

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