Cronaca

Il Comune vuole disfarsi anche del Monteverdi, cultura sempre più appannaggio dei privati

Il Comune dismette anche il teatro Monteverdi. A breve uscirà un bando per sollecitare manifestazioni di interesse da parte di privati per prendere in gestione la struttura di via Dante / via del Vecchio Passeggio, che era stata ristrutturata una decina di anni fa con soldi pubblici allo scopo di dotare le associazioni, soprattutto quelle che fanno teatro, di un luogo adeguato. Gli storici spazi del Gruppo Studio Teatro (attivo fino agli anni Ottanta) sono stati in questi anni la sede delle Politiche Giovanili, e lì, in quelli che un tempo erano i camerini, dovrebbero restare gli uffici. Ma la gestione dello spazio teatrale si sta rivelando troppo costosa per un Comune che deve tagliare su tutto, soprattutto le spese del personale. Ogni ora in più fatta fuori dall’orario di un pubblico dipendente, vale come straordinario (anche se ormai questi vengono conteggiati a recupero ore e non più pagati). Ecco allora che per recuperare risorse, l’assessore Jane Alquati, titolare delle Politiche Giovanili, ha chiesto alla Giunta il via libera per sollecitare l’interesse dei privati a prendere in mano la gestione. Lo stesso ha fatto qualche mese fa per il Centro Musica del Cascinetto, altra invenzione delle Politiche giovanili negli anni di “vacche grasse”, quando l’assessorato riusciva ancora a mettere in campo delle progettualità autonome. Ora tutto è affidato alla partecipazione a progetti europei e alla disponibilità dei privati.

La cosa preoccupa anche i sindacati che hanno chiesto un incontro urgente al sindaco Perri per saperne di più sul Monteverdi.  “Anche questa – scrivono Cgil, Cisl e Uil è l’ulteriore dimostrazione di come gli impegni sottoscritti, con Lei e la Sua Giunta per corrette e puntuali relazioni sindacali, non godano del dovuto rispetto. Nonostante questo, ritenendo l’argomento di notevole interesse per la cittadinanza,  siamo comunque a chiederle di sapere, con urgenza, circa il futuro di uno Spazio cittadino pubblico, che costituisce riferimento importante per i giovani, i loro educatori, il mondo della Scuola, dell’Associazionismo culturale e delle diversAbilità”.

Lo stesso percorso deciso per il teatro Monteverdi verrà attuato anche con il Polo attività Ghisiotto, allo Zaist, sede del progetto UpCremona dove vengono svolte attività di laboratorio, intrattenimento giovanile, iniziative ludiche, sportive e culturali. In questo caso il Comune chiederà la disponibiltà ad associazioni che già lavorano con i giovani ad usufruire della struttura in cambio di un contributo spese gestione.

Il Comune esternalizza tutto quello che può, come è successo lo scorso anno per un altro suo prezioso contenitore, il teatro Filo, affidato ad una gestione privata. E d’altra parte non c’è la cultura tra le attività strettamente “core” dell’ente, che per ora riesce ancora a garantire (ma per quanto?) i contributi alle due fondazioni più costose, quella del teatro Ponchielli e quella dell’istituto pareggiato di studi musicali Monteverdi. Intanto attraverso inedite modalità di riutilizzo del personale, si cerca di massimizzare la “resa” dei dipendenti, vedi i corsi di formazione che dovranno seguire gli uscieri per eventualmente essere adibiti alla custodia delle opere del Museo Civico. Dove dal prossimo anno le scolaresche di fuori città pagheranno i biglietto per entrare (1 euro, finora è stato gratis).

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