Non fu l'ortopedico a far morire il paziente Medico assolto
Assolto con formula piena. Questa la sentenza del giudice Pierpaolo Beluzzi nei confronti di Franco Feraboli, medico in servizio presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Cremona, finito a processo per omicidio colposo. Per l’imputato, anche il pm onorario Silvia Manfredi ha chiesto l’assoluzione. Feraboli, difeso dall’avvocato Isabella Cantalupo, era accusato di aver provocato la morte di un albanese di 33 anni residente a Cremona. L’uomo, accoltellato alla coscia sinistra da un connazionale durante una lite scoppiata tre anni fa a Torino, era morto in ospedale a Cremona il 28 aprile del 2010 per “shock emorragico prodotto da una lacerazione epatica durante la manovra di toracentesi”. Al paziente era stato inciso un ematoma alla coscia sinistra che si era formato in seguito all’infezione della ferita da accoltellamento. Per la difesa, l’operazione era perfettamente riuscita. “L’ematoma era stato tolto e la ferita era pulita”, ha detto l’avvocato Cantalupo. “L’esame batteriologico era negativo”. Per la procura, al contrario, Feraboli non aveva posizionato il drenaggio e non aveva disposto un “adeguato monitoraggio post operatorio mediante indagini radiologiche ed ecografiche”. Indagini che “avrebbero evidenziato l’ascesso profondo alla coscia con conseguente intervento chirurgico più ampio e radicale”. Nella testimonianza resa in una delle ultime udienze, però, lo stesso consulente tecnico della procura, la dottoressa Yao Chen, ha “scagionato”, l’imputato. Per l’esperta, non è stato l’operato di Feraboli a portare il paziente al decesso. “La causa della morte è stata la lacerazione del fegato”. Per la stessa accusa di omicidio colposo, Luciano Crema, il medico di Rianimazione che aveva effettuato l’intervento, ha già patteggiato in sede di udienza preliminare una pena di otto mesi di reclusione e risarcito la famiglia del giovane albanese.
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