Cronaca

Corso Garibaldi pedonalizzato? "Utile solo per un bel taglio di nastro"

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Il secondo giorno con corso Garibaldi senza auto è frenetico. Tre vigili presidiano l’ingresso dell’area pedonale. Sopralluoghi dal comandante della Polizia Locale Germanà e dai tecnici del Comune per monitorare l’andamento dell’operazione. Operai sono al lavoro per riempire le fioriere. Sono stati tolti il parchimetro e la linea gialla della ciclabile. Un residente racconta: ‘Ieri sera una signora che cercava un parcheggio ha fotografato un cartello appeso in via Trecchi con scritto ‘Vergogna’, poi rimosso. Le nostre perplessità sono tante’. Residenti, negozianti e cittadini sono divisi. C’è il nodo parcheggi e il nodo sui vantaggi o svantaggi per il commercio. Dubbi sono già giunti anche dai genitori dei bambini della scuola Capra Plasio e dalla parrocchia di S. Agostino. In quella zona, infatti, solo righe gialle per chi risiede in area pedonale o ztl.

Tra coloro che guardano con scetticismo alla rivoluzione di corso Garibaldi c’è Paolo Mantovani, presidente delle Botteghe del Centro (Ascom). In un articolo apparso sull’ultimo numero del notiziario, che mette insieme pedonalizzazione e tassazione dei locali pubblici con slot machine, Mantovani punta il dito contro gli intenti ipocritamente “educativi” delle amministrazioni pubbliche nei confronti dei cittadini e di alcune categorie economiche in particolare. “In entrambi i casi – afferma Mantovani – chi ci governa, cerca di educarci. Nel primo caso a non utilizzare l’auto, nel secondo a non buttare soldi nel gioco d’azzardo. Da anni, in tutte le città (non sempre allo stesso modo), si cerca di arginare il problema delle auto. Lo strumento più semplice, che richiede minimi investimenti (economici e mentali) e tempi di realizzazione irrisori, è la pedonalizzazione. Qualche cartello, qualche fioriera ed è fatta. Il politico di turno potrà sfilare tronfio per tagliare un bel nastro, spiegando alla popolazione quanto è stato bravo a risolvere tutti i problemi che affliggevano quella zona.

Basta auto, basta pericoli e inquinamento, una bella medaglia da appuntarsi sul petto, in vista delle prossime elezioni. Ma è davvero questa la soluzione? Indubbiamente le auto e il traffico costituiscono un problema. Vedere le strade intasate e rumorose non piace a nessuno, tantomeno ai commercianti. È altresì vero che noi tutti siamo stati abituati a utilizzare l’auto anche per piccoli spostamenti. Sono generazioni che questo avviene. Negli anni è stato fatto  l’impossibile per venderci auto, per abituarci a utilizzarle.

Contemporaneamente, lo Stato, ha fatto l’impossibile per tassare tutto quello che a esse è connesso. Bolli e superbolli, accise sui carburanti e sui passaggi di proprietà.  Adesso, la stessa massa di incapaci, improvvisamente si è accorta che le nostre città non sono adatte a sopportare tutte le auto che ci hanno invogliato a comprare, quindi, con l’acume che li ha sempre contraddistinti, cosa fanno? Mettono divieti, senza però offrire alternative, che si chiamano parcheggi, trasporto pubblico efficiente, ciclabili. Tutte soluzioni che avrebbero richiesto un minimo di lungimiranza e investimenti a lungo termine”.

Ma il Comune è convinto: si tratta di malumori dovuti all’avvio del progetto. Sarà. Tra qualche mese la verifica.

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