Cronaca

Famiglie cremonesi, 22mila euro di debiti: +35% dall'inizio della crisi

Cresce sensibilmente l’indebitamento delle famiglie cremonesi dall’inizio della crisi. Arriva ad essere mediamente, per ogni nucleo del nostro territorio, pari a 21900 euro, fra accensione di mutui per la casa, prestiti per l’acquisto di auto, moto e in generale beni mobili, credito al consumo e finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, per citare gli elementi principali che compongono l’indebitamento. Dal 2007 l’incremento è del 34,8% (al 31 dicembre 2012). Questi i risultati evidenziati dall’ultima indagine della Cgia di Mestre. Provincia di Cremona al 25esimo posto in Italia nella graduatoria delle aree con impieghi medi più elevati.

In totale l’indebitamento delle famiglie italiane è cresciuto di 134 miliardi, pari ad un aumento percentuale del 36,5: in termini assoluti ha toccato quota 501,58 miliardi di euro, anche se va evidenziato che la punta massima registrata in questi ultimi anni è stata raggiunta alla fine del 2011, con 506,2 miliardi di euro. Dalla Cgia sottolineano che tra il 2007 ed il 2012 l’inflazione è aumentata dell’11,2%.

PROVINCE LOMBARDE, QUELLE PIU’ ESPOSTE AL SISTEMA BANCARIO

L’indebitamento medio dei nuclei familiari italiani è di 19.387 euro, mentre le province più esposte con il sistema bancario sono quelle lombarde: al primo posto troviamo Lodi, con un dato medio per famiglia pari a 27.831 euro, seguono Monza-Brianza, con 27.628 euro, Milano, con 27.407 euro e Varese, con 25.968 euro. Niente a che vedere con gli importi che caratterizzano le realtà provinciali meno esposte con il sistema bancario: Vibo Valentia, con 9.094 euro, Enna, con 8.551 euro e l’Ogliastra, con 8.408 euro.

Il calo dell’ultimo anno? “Ho l’impressione – sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – che  nell’ultimo anno molte famiglie abbiano deciso di saldare i propri creditori a scapito dei risparmi e dei consumi. L’insicurezza legata alla crisi economica, al timore di una impennata dei tassi di interesse e, in particolar modo, alla paura di perdere il posto di lavoro ha indotto moltissime persone a concentrare le proprie entrate e una parte consistente dei risparmi al pagamento dei debiti”.

IL CROLLO DEI CONSUMI

Questo comportamento, legato anche agli aumenti delle tasse e del numero dei senza lavoro, ha concorso a contrarre il reddito disponibile delle famiglie che, nel 2012, ha provocato un vero e proprio tracollo dei consumi: -4,3%. Niente a che vedere con quanto era successo negli anni precedenti: +0,1% nel 2011;  +1,5% nel 2010 e -1,5% toccato nel 2009.

“Premesso che le province più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati – prosegue Bortolussi – è evidente che tra queste realtà in difficoltà vi sono anche molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni  bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, ci devono preoccupare relativamente”.

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