Cronaca

Rette, genitori e bambini in consiglio Incontro con Nolli e Alquati Bocciato odg del Pd contro le tariffe La giunta ha deliberato (Ceraso astenuta)

AGGIORNAMENTO – Consiglio comunale caldissimo sulle rette nelle scuole comunali, alla presenza di mamme, papà e bambini con cartelli colorati che recitano ‘Tariffa? No grazie’ o ‘Famiglie non sono il bancomat’. Bocciato (20 contrari, 15 favorevoli tra cui il consigliere Vitali della Lista Perri) l’ordine del giorno del Pd contro la manovra della Giunta Perri che si è riunita subito dopo il Consiglio per ratificare la decisione sulle tariffe di nidi e scuole materne. Nella Giunta – lampo che ha fatto seguito al Consiglio per l’adozione definitiva delle nuove tariffe, l’assessore Maria Vittoria Ceraso si è astenuta. “Ho spiegato le mie motivazioni in giunta – ha detto al termine della seduta -.  Non mi trovo d’accordo con le modalità e il contesto in cui è avvenuta questa decisione”. L’astensione, assicura la diretta interessata, non prelude ad una spaccatura nella giunta Perri, tantomeno ad una fuoriuscita dell’assessore al Personale, che già nelle precedenti riunioni di Giunta aveva espresso contrarietà verso le decisioni che stavano maturando.

NOLLI E ALQUATI INCONTRANO I GENITORI

L’ufficio di presidenza, o meglio la maggioranza (“Pd contrario”, ci tiene a dire Maura Ruggeri del Pd) non accetta la richiesta di parlare durante la seduta, presentata dai rappresentanti dei 500 cittadini, tra genitori e nonni, contrari all’introduzione della tariffa nelle scuole per l’infanzia e all’aumento delle rette per gli asili nido. Ai genitori viene proposto un incontro con il vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Nolli e l’assessore alle Politiche Educative Jane Alquati. Il colloquio, avvenuto durante la seduta di consiglio, si rivela solo interlocutorio.

I GENITORI: CAMBIATE LE CARTE IN TAVOLA

“I genitori hanno già iscritto a febbraio i bambini – dice uno dei genitori più attivi, Michele Bozzetti dopo l’incontro con Nolli – Qui si cambiano le carte in tavola. Le famiglie avrebbero potuto fare altre scelte se avessero saputo che le scuole comunali non erano gratis. C’è anche un dato politico: buona parte dei genitori delle scuole comunali non sono italiani e non voteranno alle prossime elezioni. Mi sembra una cosa significativa”.

NOLLI: SEDUTA LAMPO DI GIUNTA PER VELOCIZZARE L’ADOZIONE DELLE TARIFFE

“Se il problema è di metodo – commenta il vicesindaco Nolli – bisogna dire che non si potevano decidere le tariffe prima di approvare il bilancio preventivo. La Giunta si riunisce in seduta lampo dopo il consiglio proprio per velocizzare l’ufficializzazione delle rette. Per un’evidente motivazione tecnica, non avremmo mai potuto deliberare le nuove tariffe prima di approvare il bilancio preventivo. Quest’anno tanti Comuni sono in ritardo, tanto che la data per l’approvazione è stata fatta slittare dal governo a settembre.

L’ASSESSORE ALQUATI: CAMPAGNA ELETTORALE INIZIATA IN ANTICIPO

“La campagna elettorale è iniziata con largo anticipo – dice l’assessore Jane Alquati (concetto già espresso in precedenza dal capogruppo Pdl Luca Grignani)– Non ho visto in commissione la presenza del pubblico che oggi è in sala. Nessuno sottovaluta i genitori e mi rivolgo a quelli che non hanno interessi individuali. Questa è la realtà, i sogni sono un’altra cosa. C’è stata una scelta politica: ciascuno degli assessori ha tagliato la spesa del proprio settore. Anche la Corte dei Conti ci ha invitato ad adeguare le tariffe. Il rischio era quello di chiudere le 13 strutture comunali o ridurre il servizio o licenziare i 30 lavoratori a tempo determinato che lavorano nei servizi educativi. Sono previste agevolazioni, dunque tutte le fragilità sono tutelate in un contesto in cui i casi di difficoltà sono il triplo di quelli delle scuole paritarie”.
“Teniamo presente – continua l’assessore – che il costo di un bambino è di 500 euro alla scuola per l’infanzia. Chiediamo una compartecipazione tra 30 e 70 euro. Si può dire che le famiglie sono bancomat per il Comune?’.

IL RETROSCENA – “Sono disponibile ad ascoltare gli stakeholders, non chi ha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe” ha detto tra l’altro Jane Alquati nel suo intervento. Cosa che non è piaciuta ai genitori presenti, che hanno ribadito di essere semplicemente dei genitori. Ma già in precedenza, durante la conferenza dei capigruppo,  era emerso che tra le fila dei genitori che stanno muovendo la protesta anche attraverso Facebook vi sono persone che hanno lavorato fino a poco tempo fa per il Comune e che non si sono visti rinnovati il contratto o la consulenza.

LA DISCUSSIONE IN SALA QUADRI

“Il bilancio diventa sempre più pesante – dichiara la consigliera Marusich (Pdl) – I margini di manovra della Giunta sono ridotti per i mancati trasferimenti dalla Stato. La rivisitazione delle tariffe era l’ultima ratio. La Giunta ha assicurato la gratuità dei servizi a domanda individuale fino a quanto  è stato possibile. Il mondo è cambiato. L’alternativa è interrompere i servizi o limitarlo nella qualità. Proprio per mantenere la qualità abbiamo deciso la compartecipazione alla spesa, commisurata all’Isee. Le rette non sono lesive per le famiglie, ma sono garanzia della permanenza del servizio, visto che dobbiamo anche rispondere alla Corte dei Conti che ci chiede di aumentare la copertura dei servizi a domanda individuale. Se opposizione e contras hanno soluzioni che mantengono qualità dei servizi e consentano il pareggio di bilancio ce li comunichino. Dovevamo introdurre una tassazione collettiva e non far pagare i servizi solo a chi ne usufruisce?”.

“Cercare di sistemare i costi aumentando rette e tariffe non è la scelta più difficile – ribatte Guereschi del Pd – La scelta più difficile è mantenere qualità e servizi, cercando risorse da un’altra parte. Nolli ci ha spiegato che è stata una decisione politica, non dettata solo dalla crisi’.

Borsella (Pdl) dice: ‘Se le famiglie cremonesi vogliono prezzi inferiori devono migrare sotto la Toscana. La realtà è questa, i dati sono qui. Lo stato assistenziale non va più bene. Tutto il resto è demagogia”.

“C’è modo e modo di far quadrare i conti – commenta Maura Ruggeri, capogruppo Pd – E’ una scelta politica. Tassare da 70 a 350 euro per Isee fino a 10mila euro è equilibrato? Un passaggio di questo genere non è sostenibile non solo per le famiglie in difficoltà, ma per le famiglie normali”.

Sulla stessa linea Abbate, Fanti, Bonali e Ruggeri Caterina del Pd che legge il documento di Rete Donne che appoggia il testo firmato da 500 cittadini contro le rette. “Siete in campagna elettorale”, l’accusa di Borsella del Pdl.

“Non è un tabù l’introduzione delle tariffe – dichiara Quinzani (Cremona per la Libertà) – ma le modalità e i tempi lasciano perplessi. Le alternative? Si tagli il contributo alla Fondazione Ponchielli o si metta in pratica la riduzione dei dirigenti per recuperare 200mila euro, il valore della manovre sulle scuole comunali. Inoltre, la retta crea un’iniquità tra la scuola statale che resta gratis e quella comunale. Considerate che la scelta dell’una o dell’altra scuola dipende unicamente dalla residenza delle famiglie'”

‘I genitori non sono cittadini di Sel o del Pd, ma cittadini cremonesi’, conclude la consigliera Manfredini del Pd.

POLEMICA SULL’ASSENZA DELL’ASSESSORE ALQUATI

Polemica, durante la seduta, per l’assenza dell’assessore Alquati (impegnata nel colloquio con i genitori) durante l’esposizione da parte del Pd delle interrogazioni sulla riduzione del servizio dei Centri Estivi e sull’aumento delle rette nelle scuole comunali. Pd sulle barricate. “Abbiamo chiesto di ascoltare in consiglio genitori e nonni – dicono Corradi, Ruggeri e Manfredini del Pd – Hanno rifiutato la nostra proposta. Ora noi ci ritroviamo ad esporre il nostro odg sul tema delle rette senza la presenza dell’assessore Alquato”. “Tanta polemica solo perché c’è tanta stampa”, commenta il consigliere Roberto Borsella del Pdl.

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