Cronaca

Cremona Solidale, il comitato parenti chiede di incontrare il Cda: "Poca trasparenza"

“Quello che serve adesso è trasparenza, unica garanzia di correttezza. E di trasparenza finora ne abbiamo vista ben poca”. Il Comitato Parenti di Cremona Solidale chiederà in settimana un incontro al Cda presieduto da Fabrizio Ruggeri (non ce ne sono più stati da un anno a questa parte) per avere lumi sul bilancio consuntivo e sopratutto su quello preventivo dell’azienda che gestisce il centro geriatrico e altri servizi sociali. “Dopo la presentazione in Commissione del Piano aziendale -afferma Patrizia Cattani, presidente del Comitato – non sappiamo nemmeno se il documento sia stato approvato dal Consiglio Comunale. Ci preoccupa molto l’ipotesi di un trasferimento all’esterno del servizio cucina, visto che la struttura attrezzata nella quarta palazzina è stata aperta da poco, grazie anche alle donazioni di una persona come Somenzi. Non mi sembrerebbe un’idea intelligente togliere il servizio, una di quelle cose che, tra l’altro, viene generalmente apprezzata”.

L’ipotesi di ‘outsourcing’ è contenuta nel Piano aziendale 2013-2015 presentato lo scorso marzo alla commissione consigliare del Comune, insieme ad un’altra ipotesi di esternalizzazione, riguardante il servizio farmacia. Operazioni che rientrano nell’ambito delle ‘efficienze aziendali’, ma che non si conosce a che punto di approfondimento siano giunte . 17 sono gli addetti impiegati in cucina, tra cui 10 cuochi. Sono due esempi di quella che Cattani chiama scarsa trasparenza. “Mi chiedo come si possa anche solo pensare di risparmiare sui farmaci”, afferma.  Altre critiche vengono rivolte alla scarsa chiarezza sui finanziamenti che la Fondazione Città di Cremona destina quest’anno all’azienda speciale comunale di via Brescia. ‘Trattandosi di una Fondazione non abbiamo accesso ai bilanci. L’unico documento su cui possiamo basarci è sempre il Piano aziendale presentato in Comune che però, circa i rapporti economici con la Fondazione, non è molto chiaro. Non è specificato, ad esempio, quale sarà il contributo destinato quest’anno a Cremona Solidale, in aggiunta allo storno sui costi degli affitti sin qui praticati (Fondazione Città di Cremona è proprietaria delle palazzine di via Brescia e le concede all’azienda speciale  in comodato gratuito o a canoni simbolici, ndr). Considerata la scarsa chiarezza del documento a questo proposito, non vorremmo che quest’anno fosse Cremona Solidale a finanziare la Fondazione, esattamente l’opposto di quanto previsto dagli Statuti fondativi”.

“Mi chiedo inoltre, come possa l’Azienda ottenere la Certificazione di Qualità, quando manca un elemento base richiesto dalle società di certificazione, ossai il feedback sui servizi. Le cassette per la consegna dei moduli da noi da tempo richieste, non sono mai state messe e le scatole di cartone posizionate al loro posto non sono la stessa cosa. I moduli poi non invogliano alla compilazione in quanto, per come sono formulate le domande, inducono a credere che non sia tutelato l’anonimato. Così si disincentivano le critiche, ma anche gli elogi per le cose che funzionano. Assoluto mistero circonda poi la convenzione, mai mostrataci, con Fondazione Sospiro. I parenti dei ricoverati presso Cremona Solidale non sanno a chi rivolgersi quando ci sono questioni da risolvere perchè c’è un rimpallo di responsabilità’.

Oltre che da Patrizia Cattani, il Comitato è composto anche da Leda Nava, Renato Azzoni, Lisa Domaneschi.

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