Cronaca

Gussola, regolamento di conti: pestaggio sotto gli occhi di due minori

Nella foto, il luogo dell’aggressione a Gussola

Sarebbe un bacio mancato, un banalissimo gesto, la causa scatenante di una rissa (ma per qualcuno è stato un vero e proprio pestaggio) che ha scosso la serata di martedì scorso in pieno centro a Gussola.

Una brutta storia di “beghe” famigliari, di gelosie, di possibili regolamenti di conti. L’intervento dei carabinieri si è reso necessario poco dopo le ore 22, quando i colpi proibiti erano già volati da un pezzo. E, cosa peggiore di tutte, erano volati dinnanzi agli occhi esterrefatti di due minori, due bambini di 7 e 12 anni.
Andiamo con ordine: sono le 21.30 quando nel bar Harpo’s in piazza Comaschi, si incontrano, da un lato, un nucleo famigliare composta da una donna di 30 anni, suo figlio di 12 anni, suo fratello e il fidanzato della donna (il figlio era nato da un precedente matrimonio) e, dall’altro, la moglie del fratello sopraccitato (la coppia sarebbe prossima alla separazione) con il figlio della coppia, di 7 anni. Quando quest’ultimo si rifiuta di dare un bacio alla madre naturale, tutto sembra risolversi con qualche insulto e la voce un po’ alta.
Non va così: il primo nucleo famigliare si allontana, ma senza più il fratello della donna. Di fatto rimangono la donna di 30 anni, il fidanzato, il bambino di 12 anni e l’altro bimbo di 7 anni. Su di loro parte l’agguato: una macchina, vedendoli passeggiare sul marciapiede, sbanda e, nella manovra, spacca addirittura un fanalino anteriore. Forse cerca di colpirli, poi si ferma e da questa esce un uomo, molto robusto, di origine marocchina che minaccia con il dito puntato la coppia. Pare infatti che lo stesso sia stato allertato, forse per un regolamento di conti, dalla donna alla quale il bacio del bimbo era stato rifiutato.

La 30enne prova a mantenere la calma e cerca di ragionare con l’uomo: tutto si svolge davanti ad un bar di nuova gestione cinese. Pochi secondi per provare a chiarire, poi il marocchino in questione lascia partire un pugno che colpisce al volto la donna, rompendole gli occhiali. Il fidanzato della donna prova a difenderla e a quel punto arrivano altri ragazzi, forse connazionali del marocchino, che tengono fermo il fidanzato e lo pestano violentemente. Quando la donna, che si riprende dal colpo subito al volto, si rialza, viene presa per il collo e sbattuta contro la saracinesca del bar chiuso. Il tutto con un sacco di gente attorno: l’orario (sono le 22 circa) è ancora buono per la movida gussolese…
La scena rischia di degenerare sotto gli occhi esterrefatti dei due bambini, figlio e nipote della 30enne malmenata. Intervengono altre persone: altri marocchini e i parenti della ragazza. L’arrivo dei carabinieri evita sul momento una resa dei conti dalle conseguenze peggiori. Tutto però si risolve senza “passaggi” in caserma. L’unica meta, per la 30enne e il suo fidanzato, è il pronto soccorso dell’ospedale Oglio Po, dove, a causa della pressione alta e delle ferite subite, i due vengono medicati. E dove, incredibile ma vero, anche due dei marocchini impegnati nella mischia si fanno medicare, dicendo di avere subito pure loro danni fisici. Le minacce, per inciso, non si placano neppure nel nosocomio di Vicomoscano.
La 30enne mercoledì mattina ha chiamato in causa il proprio avvocato di Casalmaggiore, che produrrà una relazione e una testimonianza: grazie a questi documenti la donna sporgerà poi denuncia ai carabinieri. Oggi, però, la stessa 30enne ammette di avere paura, di non sentirsi sicura: chiede un intervento irreprensibile delle forze dell’ordine, più severo di quello attuato due sere fa, e chiede di poter passeggiare per il proprio paese senza dover temere nulla. In particolare per suo figlio e suo nipote. Un diritto sacrosanto, che la faccia violenta di Gussola, martedì sera, le ha però negato.

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