Cronaca

Caso Orefici, il perito in udienza online: "Malattia riconoscibile"

Testimonianza on line direttamente da Brescia nell’ufficio del giudice Pierpaolo Beluzzi, che con i sistemi Digit e Skype si è collegato con il professor Giuseppe Fazzari, direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria presso l’ospedale di Brescia. Il caso è quello relativo al processo Orefici, che vede un’intera famiglia accusata di circonvenzione di incapace per aver prosciugato il patrimonio di Franco Orefici, di Gussola, scomparso il 18 dicembre 2006 a Ibiza all’età di 55 anni.
Secondo l’esperto, il disturbo bipolare di cui Orefici soffriva da tempo non poteva non essere riconosciuto. Il perito ha parlato di “fasi tipicamente depressive” e di  “un complicato stile di vita in cui non c’erano né freni né limiti”. La malattia, secondo il professore, doveva essere riconosciuta anche esternamente. “Solo il 50% dei pazienti bipolari vengono riconosciuti dagli psichiatri”, ha detto il perito, “ma questo perché i medici vedono il paziente solo una volta al mese. Diverso chi aveva contatti quotidiani con tempi prolungati. Chi lo conosceva non poteva non essere a conoscenza dei suoi numerosissimi ricoveri”.
Al termine del collegamento il professor Fazzari, nel congedarsi, ha commentato: “E’ stata una bella esperienza”, riferendosi alla sua testimonianza online, che gli ha permesso di illustrare i risultati della perizia senza muoversi dal suo studio di Brescia.
A suo tempo la vicenda di Orefici aveva fatto molto discutere e aveva visto un intero paese mobilitarsi per riuscire a riportare la salma del 55enne dalla Spagna al suo paese di origine.
A processo ci sono Donato Laino, 48 anni, nato a Matera e domiciliato a Gussola, la moglie Isabella Recchia, 43 anni, e la figlia Mara, 25 anni. Per l’accusa, tra il maggio del 2005 e il novembre del 2006 avevano abusato “delle condizioni psico fisiche” di Orefici, un uomo che soffriva di un disturbo bipolare della personalità, “inducendolo a compiere atti pregiudizievoli per il suo patrimonio”. Secondo la procura, Laino si era fatto rilasciare una procura generale notarile, inducendo Orefici a nominare lui e la moglie eredi a metà del suo patrimonio, del valore di centinaia di migliaia di euro.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 21 ottobre per la sentenza.

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