Cronaca

Appello dei commercianti ai consiglieri: bocciate il nuovo polo di via Mantova

Si acuisce lo scontro sul Pgt. Oltre all’ostruzione dei commercianti, che continuano a chiedere lo stralcio dell’area commerciale di via Mantova (e lo hanno fatto da ultimo con una lettera ai singoli consiglieri comunali protocollata il 14 giugno) ora il Pd risponde di no all’invito del presidente della Commissione urbanistica Gabriele Romani a partecipare ad un tavolo tecnico a porte chiuse per l’esame delle osservazioni al Pgt.  Una soluzione che rappresentava un compromesso tra la richiesta del Pd di esaminare ad una ad una le osservazioni e le relative controdeduzioni, prima di arrivare all’adozione definitiva del Pgt in consiglio l’8 luglio; e l’esigenza di riservatezza avanzata sia dall’ufficio legale del Comune, sia dal consulente Pier Luigi Paolillo.

“I Consiglieri Pd – si legge in una nota firmata dal capogruppo Maura Ruggeri – non parteciperanno a nessun tavolo tecnico a porte chiuse; le osservazioni alla variante generale di piano e  le relative controdeduzioni vanno portate nella Commissione territorio come è sempre accaduto, secondo lo schema consueto: osservazione-valutazioni dell’Amministrazione-espressione di parere; i consiglieri hanno diritto di esprimere il parere su ogni osservazione al Pgt  in Commissione territorio”.

“Non  si coglie il nesso – prosegue il comunicato – tra il  riferimento all’art 39 del Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 sull’obbligo di pubblicazione degli atti e la decisione di esaminare  le osservazioni alla variante generale del Pgt a porte chiuse. Le funzioni istruttorie e redigenti degli atti di competenza del Consiglio Comunale sono compito delle commissioni disciplinate  dal Regolamento Comunale che  non prevede sedute segrete per il caso di cui trattasi”.

LA LETTERA DI CONFESERCENTI E CONFCOMMERCIO

Non è tutto. Nelle scorse ore nuova iniziativa di Confesercenti e Confcommercio sulla questione dei poli commerciali. Una lettera, sottoscritta dai due presidenti Giuseppe Bini e Claudio Pugnoli, è stata inviata ieri al sindaco Perri, al vicesindaco Nolli, agli assessori e a tutti i consiglieri comunali.

“Vogliamo premettere, come confermano in maniera chiara anche le nostre osservazioni al Pgt, che Confcommercio e Confesercenti – scrivono Bini e Pugnoli – non sono aprioristicamente contrarie alla crescita degli spazi commerciale e del terziario in città”. “L’insediamento di via Mantova – sottolineano – crea un nuovo polo capace (insieme a Gadesco) di dare vita ad un baricentro attrattivo che finirà con il ricadere pesantemente sulle attività e sulla vitalità del centro storico già in sofferenza e dell’intera città. Negli ultimi anni, già molto è stato concesso per la nascita di nuovi poli di media distribuzione. Con la ex Scac e, prima, con la Cittadella dello Sport e la Centrale del Latte. Strutture che sono state autorizzate nel corso del mandato. Licenze che sono ancora attive nonostante non si sia trovato un investitore interessato. Ora si vuole aggiungere anche via Mantova non per necessità (vista la già notevole Slp in essere) ma, probabilmente, per la sola preoccupazione di arrivare prima che il polo di Gadesco venga ampliato. Invece entrambi i progetti vanno fermati. Esu entrambi continueremo ad opporci con fermezza. Lo dobbiamo fare per arrestare il declino di Cremona. La città, riteniamo, non ha bisogno di nuove strutture. L’aumento degli ultimi anni è stato davvero importante. Ora occorre rallentare questa corsa allo spreco di fertile suolo agricolo e alla costruzione di nuovi spazi del commercio”.

Confesercenti e Confommercio citano poi i dati del Cersi. Eccone alcuni: “Afferma il Cersi che sul totale dei metri quadri destinati alla vendita al dettaglio a Cremona, il peso di quelli occupati dagli esercizi di vicinato è diminuito, passando dal 54,11% del 2003 al 43,22% del 2011. Ancora una volta ne hanno beneficiato le medie superfici di vendita che sono passate dal 26,85% a 38,08% del totale. Va ricordato che l’indice di densità totale degli esercizi di vicinato (alimentari, non alimentari e misti) relega Cremona all’ultimo posto dell’indagine del Cersi (che interessa Brescia, Crema, Lodi, Mantova, Parma, Pavia e Piacenza). La situazione si inverte se, invece, si guarda alle Medie superfici di vendita”.

“Non è certo condivisibile – si legge ancora – che si giustifichino le scelte fatte sminuendo le nostre osservazionie derubricandole (ancora a pg 25 e 26 della relazione) perché dettate dal ‘panico’ o da ‘motivi astratti di paura’, come si vorrebbe nelle linee di indirizzo. Dimenticando ciò che non si è fatto per risolvere i problemi del centro (parcheggi, viabilità, ztl, arredo urbano, animazione, promozione del turismo etc.). Priorità sulle quali abbiamo più volte richiamato l’attenzione. E’ sbagliato non prendere in considerazioni i dati certificati dalla Università  (in un atto ufficiale) a supporto della pianificazione territoriale”.

Confommercio e Confesercenti sottolineano poi l’importanza dei “centri commerciali naturali” e del Duc (il Distretto urbano del commercio): “Per coerenza e rispetto di un comune progetto di città, si imporrebbe di non favorire la crescita di medie superfici di vendita esterne al centro commerciale naturale e di continuare nel progetto di valorizzazione del ‘cuore’ di Cremona”.

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