Cronaca

Cremonesi in Bosnia, al monumento per Lana, Moreni e Puletti

Continua il viaggio della delegazione cremonese in Bosnia-Erzegovina. La giornata di venerdì, la piu’ importante del viaggio, si e’ tenuta a Gornji Vakuf, dove il 29 maggio 1993 i tre volontari italiani, Sergio Lana, Fabio Moreni e Guido Puletti sono stati uccisi. I tre amici erano insieme ad Agostino Zanotti e Cristina Penocchio, i due sopravvissuti all’eccidio, ed erano diretti a Zavidovici per portare aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal conflitto. A Zavidovici li attendevano anche 62 donne e bambini pronti a partire per l’Italia, per essere accolti da famiglie di Brescia, Alba, Cremona e di altri territori e trovare cosi’ un po’ di sollievo. Ma, a Gornji Vakuf, sono stati fermati da truppe paramilitari che li hanno derubati di mezzi, materiali e documenti e hanno impedito la loro missione, uccidendo barbaramente tre di loro. Zanotti e Penocchio sono riusciti miracolosamente a fuggire e successivamente ad avviare anche un processo contro il comandante di quella banda che attualmente sta scontando la sua pena (15 anni di reclusione) in carcere.

Da allora sono passati ventanni e in tutto questo tempo Zanotti, con l’Associazione Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici, con i partner di Cremona, Brescia e Alba ed il contributo di tantissime altre persone, volontari, cooperanti, cittadine e cittadini, hanno continuato, nonostante tutto, quella missione di solidarieta’. Le donne e i bambini di Zavidovici, nel 1994, l’anno dopo l’eccidio, sono riusciti a raggiungere l’Italia e ad essere ospitati e da quel momento l’amicizia, lo scambio e la solidarieta’ tra la comunita’ bosniaca e le comunita’ italiane coinvolte si sono sviluppate sempre di piu’, si sono rafforzate a tutti i livelli, tra istituzioni e societa’ civile.

E’ questo il ricordo che oggi la delegazione cremonese, insieme agli amici bresciani, albesi, bosniaci e allo stesso Zanotti, hanno voluto marcare a Gornji Vakuf, vent’anni dopo.

Sul luogo in cui i cinque volontari furono fermati, e’ stato eretto un monumento, realizzato da Pietro Zanotti, con un’epigrafe di Giacomo Scotti, poeta italiano impegnato per la pace. Il ricordo e’ stato celebrato dal Sindaco di Gornji Vakuf, da Zanotti, dal Sindaco di Zavidovici e da una rappresentante dell’Ambasciata Italiana a Sarajevo. Erano presenti anche gli Amministratori italiani, tra cui 6 rappresentanti del Coordinamento provinciale degli Enti Locali per la pace (Cremona, Gadesco Pieve Delmona, Corte de’ Frati, Torre de’ Picenardi, Pessina Cremonese e Romanengo).

E’ stata una giornata forte, che ha scosso tutti i presenti e che ha testimoniato il senso dell’azione dell’Ambasciata della Democrazia Locale e della presenza in Bosnia-Erzegovina degli Enti Locali, delle associazioni, delle scuole, delle persone coinvolte nel progetto ADL, ancora oggi. Del senso di sostenere progetti di cooperazione, di ripercorrere ancora oggi 890 km in pochi giorni per riabbracciare degli amici.

Sabato sarà la volta di Sarajevo con una visita guidata della città a cura di intellettuali e architetti sopravvissuti all’assedio del 1992-1995 e poi, domenica 19 la delegazione rientrera’ in Italia, sicuramente con la voglia di proseguire quella missione di solidarietà che la morte, la guerra e il dopo-guerra non hanno mai fermato.

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