Manifesto anti slot, l'adesione di Cremona 'Emergenza, varare legge e fare rete'
Cremona aderisce al “Manifesto per la legalità contro il gioco d’azzardo”. In mattinata è arrivata la decisione ufficiale da parte della Giunta comunale, per la quale è necessaria “una nuova legge quadro nazionale che permetta ai sindaci di intervenire”, si legge in una nota. La Giunta ha approvato l’adesione al manifesto “antislot” elaborato da sindaci e assessori nell’ottica delle iniziative delle Buone Pratiche e promosso da Terre di mezzo e Legautonomie. Si tratta di un documento – sottoscritto da amministratori di oltre 160 Comuni di diversi schieramenti politici – che chiede al Governo iniziative concrete (senza un intervento normativo risulta complicato, per i singoli Comuni, fare qualcosa); allo stesso manifesto si associa il lancio di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla questione.
“Serve una nuova legge quadro nazionale sul gioco d’azzardo, occorrono leggi regionali specifiche ed è necessario dare ai primi cittadini potere di programmazione, controllo e ordinanza”. Questo si legge nel comunicato fra le motivazioni che hanno portato la Giunta all’adesione. “E’ infatti indispensabile mettersi in rete con altre Amministrazioni e altri territori, con le Asl, le Prefetture e le Questure, per costruire un fronte ampio di informazione, formazione e contrasto a questo tipo di gioco che si sta rivelando una vera emergenza sociale”.
La Giunta giudica inoltre indispensabile “costruire reti coinvolgendo parrocchie, scuole, associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali e formative, attività di controllo e di prevenzione finalizzate a recuperare i valori insostituibili della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo, costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti della nostra società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti”.
La richiesta di una nuova legge quadro nazionale sul gioco d’azzardo è ritenuta fondamentale “perché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica su questa attività. La legge deve contemplare la ridefinizione delle procedure di autorizzazione, di fatto azzerate con la deregulation introdotta dalle norme dal 2003 in poi, e ricondurre in un ambito di gestione e controllo il ruolo e le competenze dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli; deve realmente impedire l’accesso ai giochi d’azzardo ai minori, intervenire sulla tassazione sui giochi perché sia più equa rispetto a tutte le altre tassazioni, e prevedere un controllo più rigoroso dei flussi di denaro e nei confronti dei concessionari”. E ancora: “Deve prevedere una moratoria per l’installazione di nuovi giochi e l’apertura di nuove sale, e limitare i messaggi pubblicitari garantendo forme di reale e corretta informazione per il pubblico; deve recepire l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che vede nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa chiaramente identificata che può portare a un’autentica malattia sociale in assenza di misure idonee di informazione e prevenzione, e prevedere il finanziamento della cura del gioco patologico anche mediante la destinazione a tale scopo di una percentuale degli introiti di gioco per garantire ai malati di gioco i diritti già vigenti per i malati di altre dipendenze; deve destinare una quota dei premi non riscossi ad attività di ricerca/prevenzione/cura del gioco anche per monitorare le forme di gioco problematico e patologico in Italia; infine deve prevedere un atto di indirizzo che sostenga le iniziative a livello regionale per la messa in atto di misure di prevenzione, cura e riabilitazione dalla patologia legata al gioco”.
La Giunta “sollecita inoltre il varo di una legge regionale finalizzata a definire le norme per la prevenzione (dal Pirellone è arrivato l’annuncio: legge entro qualche settimana, con ipotesi di vantaggi fiscali per gestori di esercizi senza macchinette, ndr), il contrasto e il trattamento della dipendenza dal gioco patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate; assicurare l’erogazione di specifici e propri livelli essenziali di assistenza concernenti la prevenzione, il contrasto e il trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate; prevedere, per l’attuazione degli interventi previsti, il concorso degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, delle Aziende Sanitarie Locali, degli enti accreditati e iscritti nell’Albo regionale, degli organismi del terzo settore, nonché delle associazioni scientifiche che perseguono fini di studio, prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico”.
Infine “occorre modificare la legislazione vigente in modo che venga dato ai Sindaci e alle Giunte comunali un reale potere di controllo sulla diffusione e utilizzo dei numerosi strumenti di gioco sul proprio territorio, non solo per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza, ma in virtù della responsabilità sanitaria che compete ai sindaci consentendo loro di costruire ‘un sistema di prevenzione sociale’ riconosciuto dalla Corte Costituzionale (sentenza n.300/2011) e dal Tar Lombardia, Brescia (Sez. II Sentenza n.1484 del 31 agosto 2012)”.
Anche la Giunta comunale di Cremona “ritiene infatti che i Comuni possano decidere la distribuzione e la collocazione delle sale gioco e delle slot machine nei propri territori di competenza, definendo le distanze ritenute più idonee dai punti sensibili, e stabilendo l’orario di apertura e di chiusura delle sale gioco e dei bar e altri locali ove siano collocate slot machine e altri apparecchi per il gioco, nonché di essere interpellati preventivamente dai questori per l’installazione di nuovi giochi”.
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