Cronaca

I cremonesi all'assemblea Pd votano Epifani Pizzetti: 'Ricostruire il partito'

I delegati cremonesi all’assemblea nazionale del Pd hanno votato per Guglielmo Epifani, come segretario con il compito di traghettare il partito verso il congresso.  Presenti a Roma, Luca Burgazzi, Annamaria Abbate, Andrea Virgilio, oltre ai parlamentari  Cinzia Fontana e Luciano Pizzetti (che non ha votato in quanto non componente, per sua scelta, dell’assemblea nazionale). Hanno votato per l’ex segretario della Cgil, superando in alcuni casi le resistenze e i dubbi iniziali legati soprattutto al fatto che fosse un candidato unico. Un ‘travaglio’ che è stato postato in diretta su Facebook da Luca Burgazzi: ‘Dobbiamo  finirla con la storia dei candidati unici perché sappiamo come finisce. Se sarà l’unico candidato voterò scheda bianca’, aveva scritto nel primo pomeriggio. ‘Alla fine ho votato per lui, convintamente’, ci spiega quando ormai giochi sono fatti, attorno alle 16,30. ‘Mi hanno convinto le sue parole, un discorso serio, attento, adatto al difficile tempo che sta vivendo il Pd e il Paese. Ha fatto emergere la necessità di traghettare il partito verso il congresso, previsto ad ottobre’.

Sarà quello il tempo del congresso per l’elezione di un nuovo segretario, e anche per questo il ruolo che Epifani andrà ad assumere nei prossimi mesi assomiglia, per qualcuno, ad una sorta di reggenza. ‘Non è vero, è un segretario a tutti gli effetti, con pieni poteri’, chiarisce il senatore Luciano Pizzetti. ‘Il prossimo passo sarà l’elezione della segreteria. Quella che parte adesso è una fase importante. Epifani è il segretario del partito di maggioranza, per quanto si tratti di una maggioranza anomala che opera in una condizione particolarmente delicata. Il Pd deve dare il massimo affinchè questa esperienza di governo raggiunga gli scopi che si è data e per far diventare quelle che sono condizioni di emergenza, altrettante opportunità di cambiamento’.

Prioritarie sono le riforme istituzionali e la legge elettorale, senza dimenticare però la questione sociale, ‘perchè la gente non vive di riforme’, chiarisce Pizzetti.  Un Governo i cui tempi vengono dati per brevi (fino alla primavera prossima), ma non necessariamente. Se davvero si metterà mano alle riforme istituzionali che implicano modifiche alla Costituzione, i tempi tecnici sono almeno di due anni.

Della necessità di un nuovo corso nel Pd, che semplifichi i meccanismi interni e faciliti la comprensione delle scelte all’elettorato, aveva parlato lo stesso Pizzetti nell’assemblea del circolo Cittanova del Pd la scorsa settimana, criticando pesantemente la pessima conduzione delle assemblee che hanno condotto alle candidature (bruciate) prima di Franco Marini poi di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. Concetti ripresi da molti partecipanti all’assemblea di oggi, per i quali un rinnovato dialogo con la società civile è una priorità assoluta per ricostruire un partito lacerato.

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