Cronaca

E' boom di esportazioni verso la Cina A Cremona crescita del 130% in un anno

Boom di esportazioni verso la Cina. Rapporti economici sempre più importanti e prodotti alimentari italiani e cremonesi sempre più diffusi sulle tavole del paese orientale. Sono inoltre quasi 8mila le imprese individuali con titolare cinese nell’area lombarda, il 18,8% delle imprese cinesi attive in Italia, in crescita del 7,1% in un anno. Si concentrano a Milano (4.196 imprese, 9,9% nazionale, +7%) e Brescia (1.032, +5,5%). Nel territorio cremonese al primo trimestre 2013 ne risultano 157 (con una crescita del 18,9% rispetto al primo trimestre 2012).Nel 2012 la Lombardia ha esportato in Cina prodotti alimentari per oltre 18 milioni di euro registrando una crescita dell’84,3% e ha importato per circa 71 milioni (+2,9%). L’export si concentra a Milano (36,3%) e Cremona (19,2%), l’import a Milano (47,9%) e Como (16,3%). Nell’export regionale pesano, dopo i prodotti alimentari come caffè, zucchero, condimenti e pasti pronti (35,6%), la carne lavorata e conservata ed i prodotti a base di carne (24,2%), nell’import il pesce (30,5%), i prodotti a base di carne (28,2%) e la frutta ed ortaggi lavorati e conservati (19,5%). E’ quanto emerge da un’elaborazione su dati Istat. L’esportazione dei prodotti lombardi legati alla carne è quello che cresce di più: +558% tra 2011 e 2012. Osservando più nel dettaglio il panorama cremonese, l’export fra 2011 e 2012 è cresciuto del 131,6%.

Altra questione è quella dei prodotti contraffatti. Così si è espresso l’assessore lombardo all’Agricoltura Gianni Fava nei giorni scorsi: “Vengo da una lunga battaglia contro la contraffazione che causa un danno enorme, se pensiamo che sui mercati mondiali l’elusione vale decine di miliardi di euro. Dobbiamo convincere i consumatori che soltanto i prodotti realizzati qui sono italiani. Di certo, quelli fasulli non dovranno essere più sostenuti con fondi pubblici. I consumatori in giro per il mondo, che acquistano prodotti contraffatti pensando di acquistare eccellenze agroalimentari lombarde, devono sapere che non comprano italiano: un trend che si può invertire solo con il meccanismo dell’etichettatura. Un tema, quello del sostegno e della tutela dei marchi, in particolare al di fuori del mercato continentale, sensibilmente oneroso dal punto di vista economico, e per il quale il presidente Maroni ha indicato di voler intervenire al più presto con interventi specifici, in collaborazione anche con il sistema camerale, a sostegno delle produzioni locali”.

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