Il curatore del Big Ben sul Torrazzo per vedere l'orologio astronomico
Turista d’eccezione sul Torrazzo nella mattinata di martedì 30 aprile. In Italia per un tour nella città che conservano i più importanti orologi astronimici, ha fatto tappa anche a Cremona lo scozzese Chris McKay (il primo a sinistra nella foto), uno dei massimi esperti mondiali di orologi da torre e curatore del mitico Big Ben di Londra, di cui ha diretto anche i lavori di restauro. Ad accompagnarlo il temperatore dell’orologio astronomico del Torrazzo Alessandro Maianti e, in veste di traduttrice, l’ing. Marisa Addomine, presidente del Registro italiano orologi da torre.
Prima tappa nella salita al Torrazzo è stata la nuova sala multimediale inaugurata nelle scorse settimane. «Un’importante iniziativa per avvicinare i giovani a questo gioiello e per dare un’idea di come funziona il complesso meccanismo», ha rilevato McKay prima di fare ingresso nel cuore dell’orologio astronomico cremonese, la sala che ne contiene il macchinario.
La storia e ogni dettaglio tecnico è stato presentato da Maianti, grande conoscitore del meccanismo. E tra i due esperti è iniziato un approfondito esame di ogni particolare, con paragoni e richieste di delucidazioni anche su minimi dettagli.
Ammirando la riproduzione del quadrante originale l’ospite britannico ha notato la grande somiglianza con quello di Hampton Court, il palazzo di Enrico VIII. Ma la macchina cremonese ha qualcosa in più poichè a segnalare anche le eclissi.
«Questo è sicuramente uno dei meccanismi più complicati per quanto riguarda le strutture a cerchi concentrici», ha proseguito quindi McKay prima di iniziare il paragone con il suo Big Ben. In particolare per quanto riguarda la dimensione del quadrante: quello cremonese ha un diametro di 8,20 metri (8,40 con la cornice); quello londinese è di 22,5 piedi che, fatti i dovuti calcoli, si traduce in 6,85 metri. Simile anche la struttura degli ingranaggi che, però, a Londra risultano essere più sottili.
Non è mancata infine l’analisi della meridiana interna. Tanto ci sarebbe stato ancora da discutere, ma il programma della giornata prevedeva una nuova tappa nel Bresciano.
Quindi l’arrivederci con l’invito a contraccambiare la visita in Inghilterra. «Posso aprirvi la porta di ogni torre – ha detto – ma non quella del Big Ben che, essendo sede del Parlamento, è off-limits e comunque accessibile solo a cittadini inglesi». Poi i complimenti per la grande passione riscontrata in Italia relativamente agli orologi astronomici, ma anche «la capacità, la conoscenza e anche l’esperienza, che è molto importante».
McKay è in Italia per commemorare dunque grandi costruttori di orologi, Jacopo e Giovanni Dondi, padre e figlio, originari di Cremona L?occasione è il settimo centenario della nomina a medico condotto di Chioggia (26 dicembre 1313) di Jacopo che fu anche topografo, astrologo, astronomo, esperto di orologeria, studioso delle maree, docente presso l?Ateneo patavino, consigliere dei Carraresi e autore dell?orologio della torre di Piazza dei Signori a Padova. Al figlio Giovanni, invece, si deve la realizzazione dell’Astrarium, una macchina perfetta e complessa, un misuratore del tempo, un congegno astronomico ed un calcolatore analogico che testimoniò lo sviluppo della tecnica dell’orologeria tanto che Leonardo da Vinci lo riprese nei suoi disegni un secolo dopo.
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