Cronaca

Al Cimitero raduno presidiato in memoria di Mussolini e Farinacci

foto Sessa

Consueto raduno dei fascisti per la commemorazione di Mussolini, di Farinacci e dei caduti della Repubblica di Salò al Cimitero di Cremona. La zona del cimitero è stata presidiata come ogni anno dalle forze dell’ordine e dalla Digos. Non è stata chiusa la strada, a differenza dello scorso anno, per evitare di comunicare alla cittadinanza un’impressione di allarme. Ad ogni buon conto, gli agenti di Polizia, Carabinieri e Polizia Locale erano sparpagliati all’ingresso, sopra il cavalcavia e lungo via Cimitero.  Cinquanta circa i partecipanti, cremonesi, ma anche provenienti  da Parma, Brescia, dalla Francia e dalla Spagna che si sono dati appuntamento alle  11 per  la messa di suffragio celebrata dal cappellano del cimitero don Oreste Mori.  “Siamo qui nel 68esimo anniversario della morte di Mussolini, una morte che definire tragica è poco. Si dovrebbe usare piuttosto la parola eccidio per la violenza dei modi con cui è stata perpetrata. Tutti i morti, da qualunque parte si trovassero, hanno obbedito all’imperioso richiamo della libertà.  Non capisco – aggiunto – perchè in tanti ancora oggi se la prendano con questa Messa. Qui non vogliamo fare Storia, ma Memoria, guardiamo all’oltre, a quella Patria del cielo dove c’è posto per tutti. Per chi ha colpito e per chi ha subito’.

‘Mussolini – ha poi aggiunto don Mori – deve essere segno di riconciliazione. Oggi non ha più senso portare avanti odio e divisioni, non servono più. Guardiamo a ciò che unisce la patria. L’Italia attuale avrebbe bisogno di quell’unità di cui Mussolini è segno’.

Dopo la messa, il corteo  si è snodato fino alla tomba di Farinacci, dove è stata deposta  la corona. Poi, il ricordo dei caduti della Repubblica di Salò e dei fascisti cremonesi, spagnoli e francesi, che si è svolto nella seconda tappa del corteo davanti alla lapide che li ricorda.  Sono stati ricordati i cento camerati cremonesi di Salò, scandendo i loro nomi al ritmo di ‘camerata, presente’ e col saluto romano.  Il discorso è stato letto successivamente in francese. Un esponente della delegazione spagnola ha concluso la cerimonia con un canto.

Galleria fotografica di Francesco Sessa

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