Cronaca

Accorpamento tribunali, il Comune di Crema dice sì alla proroga "Ma nostre spese non devono aumentare"

Sopra, il tribunale di Cremona (foto Sessa) e quello di Crema

Tribunale, il Comune di Crema si muove per prorogare la chiusura della sede cremasca e l’accorpamento con la struttura cremonese. Lo fa con una delibera di giunta nella quale si specifica anche che questo sarà possibile sole se i costi a carico del comune non varieranno.

“Abbiamo sempre sostenuto la necessità di percorrere tutte le strade atte a salvare un importante presidio territoriale come il Tribunale cittadino. Ebbene siamo assolutamente favorevoli alla richiesta di una proroga di almeno cinque anni fermo restando che la ripartizione dei costi deve essere quella che finora c’è stata. La compartecipazione annua alla spesa di mantenimento del presidio per il Comune si attesta intorno ai 100-120mila euro. E tale deve rimanere”. Così il sindaco Stefania Bonaldi che resta attaccata al filo di speranza, nascosto tra le pieghe della legge, che permette di rinviare la chiusura del tribunale di Crema di almeno cinque anni.

Secondo il decreto governativo numero 155/2012 il tribunale di Crema doveva essere accorpato a quello di Cremona e chiuso definitivamente entro settembre 2013. Ma l’articolo 8 di tale decreto apre le speranze: i tribunali accorpanti, in questo caso Cremona, possono chiedere al Ministero una proroga e mantenere gli uffici nella sede dell’ufficio soppresso, in questo caso Crema, motivando tutte le difficoltà di un’eventuale soppressione. Le motivazioni sono di carattere logistico e funzionale, perché la soppressione di Crema andrebbe a determinare un grave disservizio rispetto alla necessità di una giustizia celere, diffusa e capillare. In sintesi, l’accorpamento al tribunale di Cremona creerebbe gravi problemi sia in termini di spazi, inadeguati ad accogliere la mole di lavoro del presidio cremasco, che in termini di personale, che verrebbe ridotto, a fronte di un aumento di pratiche da smaltire. Si rischierebbe la paralisi.  Senza contare che il risparmio economico, vero obiettivo della riorganizzazione del decreto governativo, non è assicurato.

“I tempi sono strettissimi – dichiara il sindaco Bonaldi – entro il 30 aprile deve partire la lettera con la richiesta del Presidente facente funzione, del Tribunale di Cremona, con parere favorevole della sede di Crema, che abbiamo dato mediante atto di giunta in data odierna. Questo parere favorevole alla proroga non deve essere scambiato come accettazione, in futuro, di una soppressione. Noi ribadiamo con forza la nostra contrarietà all’accorpamento voluto dal Governo”.

Più volte, nelle diverse sedi istituzionali, l’Amministrazione comunale ha avuto modo di esprimere la propria posizione. Il tribunale di Crema non solo va salvato ma, secondo un ordine del giorno adottato all’unanimità dal consiglio comunale, va rafforzato in qualità di presidio territoriale; tutto ciò nel rispetto degli obiettivi prefigurati dalla stessa legge delega.

“Il tribunale di Crema – conclude il sindaco – esercita una funzione ineliminabile a livello  culturale, sociale ed economico  non solo per la città di Crema ma per il suo circondario. Una sua soppressione determinerebbe un impoverimento della città e del territorio. Non ci resta che attendere, fiduciosi, un parere positivo dal Ministero”.

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