Cronaca

Il Comune ristruttura le 'case d'oro' di via Alfeno Varo: sei alloggi popolari

Il Comune riprende in mano un progetto vecchio di anni e rimette a nuovo la palazzina di via Alfeno Varo 15, gli alloggi cosiddetti ‘d’oro’ acquistati dalla giunta Zaffanella alla fine degli anni Ottanta e diventati un caso giudiziario che pose fine ai governi socialisti della città. L’immobile era stato inserito successivamente nel piano delle alienazioni ma lo scorso anno la giunta ha deciso di tornare all’idea originaria, quella di farne alloggi di edilizia pubblica.

Ora, dopo trent’anni da quel controverso acquisto, è pronto il progetto esecutivo per i lavori di risanamento conservativo. La procedura negoziata prevede l’aggiudicazione dei lavori per un importo complessivo a base d’asta pari a 522mila euro: 496mila euro per lavorazioni e 25mila e 900 euro di oneri della sicurezza. Costo complessivo di 620mila euro. Il progetto esecutivo riguarda il risanamento conservativo per la realizzazione di 6 alloggi di edilizia popolare (da 55 a 71 metri quadri con cantine) e relative parti comuni. Uno di questi al piano terra risponderà ai requisiti in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, gli altri cinque saranno adattabili. L’intervento, in generale, interessa le strutture, gli impianti elettrici e meccanici, le finiture interne ed esterne. I lavori sono compresi nel programma delle Opere Pubbliche per l’anno 2011-2013. L’inizio dei lavori è previsto per maggio 2013, l’ultimazione per maggio 2014. Per quanto riguarda il finanziamento, 180mila euro arrivano da alienazioni patrimoniali del 2007, 305mila da contributi regionali e 135mila dalle casse comunali del bilancio 2012.

Lo scandalo degli alloggi d’oro iniziò nel 1985, quando il Comune di Cremona venne inserito tra quelli ad alta tensione abitativa. Al capoluogo furono assegnati oltre tre miliardi per l’acquisto di alloggi da destinare agli sfrattati. La legge 118 imponeva scadenze strette per l’utilizzazione dei fondi e consentiva di pagare gli immobili con riferimento non al loro valore venale, ma al prezzo convenzionale determinato in base alle norme sull’equo canone. L’amministrazione comunale di allora (Dc, Psi, Pri e Pli) propose di comperare una sessantina di case distribuite in sette edifici. Lo scandalo scoppiò su tre di queste costruzioni, tra cui quella di via Alfeno Varo: si scoprì infatti che i proprietari originari avevano venduto le case alla ditta Galli e Silvestri soltanto il giorno prima della seduta chiave del consiglio. Dunque, l’amministrazione aveva condotto la trattativa, fino alla fase conclusiva del dibattito pubblico, con persone che non erano ancora titolari a pieno titolo degli appartamenti. Gli atti di compravendita mostravano che il Comune aveva pagato gli immobili circa mezzo miliardo di vecchie lire in più rispetto al valore di mercato  Di qui il processo a carico del sindaco Zaffanella, che venne condannato in primo grado nel 1992 e poi completamente scagionato nell’appello del 1996.

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