Cronaca

Scandalo formaggi: 'Controlli a sorpresa, ma ci sono eccezioni'

E’ ripreso oggi in aula davanti al collegio presieduto dal giudice Pio Massa (a latere i colleghi Andrea Milesi e Francesco Sora) il processo sui formaggi avariati che coinvolge la ditta Tradel di Casalbuttano, dove i prodotti venivano sconfezionati, e lo stabilimento Megal di Vicolungo, in provincia di Novara, dove i formaggi venivano pastorizzati e lavorati prima della loro immissione sul mercato.

Sette gli imputati, tra cui l’imprenditore siciliano Domenico Russo, accusato di aver lavorato prodotti avariati, destinandoli al consumo umano. Russo (difeso dagli avvocati Marcello Lattari, di Cremona, e Renzo Inghilleri di Novara) era a capo della Tradel, chiusa nel giugno 2007, e della Megal. A processo anche Luciano Bosio, direttore dello stabilimento (assistito dall’avvocato Antonino Andronico, di Bergamo), e il romeno Gheorghe Vlagea, capo reparto e responsabile del magazzino (assistito dagli avvocati Pierluigi Gritti e Ilaria Ceriali). Stesso ruolo, quest’ultimo, ricoperto per la Megal da Francesco Tripodi, difeso dall’avvocato Roberto Rognoni di Novara.

L’accusa, per gli imputati, è quella di aver “alterato le caratteristiche di vari prodotti lattiero-caseari prima che fossero distribuiti per il consumo, rendendoli pericolosi per la salute pubblica”. In particolare, perché dal 2004 al giugno 2007 “lavoravano formaggi destinati al consumo umano, mescolandovi prodotti per il consumo animale, oppure, in altri casi, prodotti avariati e dall’odore nauseabondo recanti la presenza di estese muffe, di inchiostri, di residui di plastica, di vermi, di topi morti e di escrementi di roditori”. Quel formaggio avariato e putrefatto era merce che doveva essere smaltita, destinata ad uso zootecnico. E invece, secondo l’accusa, sarebbe stata riciclata e lavorata come prodotto “buono”, di prima qualità.

Tre sono gli imputati per il solo reato di abuso d’ufficio:  Riccardo Crotti, difeso dall’avvocato Mario De Bellis, del foro di Mantova, Paolo Balestreri e Andrea Chittò, assistiti dall’avvocato Isabella Cantalupo. Sono accusati di aver procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale ai vertici della Tra.De.L e un ingiusto danno ai consumatori finali dei formaggi. Anziché fare ispezioni e controlli a sorpresa alla Tra.De.L, avrebbero ogni volta preannunciato le loro visite ispettive a Russo o a Bosio, “a volte comunicando il giorno programmato, altre concordando con loro la data più indicata”, così da “consentire a Russo oppure a Bosio “di predisporre una situazione favorevole alla società”.

Oggi in aula sono stati sentiti gli ultimi testimoni della difesa, tra cui Mario Astuti, veterinario responsabile del servizio per l’igiene degli alimenti di origine animale dell’Asl di Lecco. All’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di responsabile del servizio veterinario della Regione Lombardia. “Il nostro compito”, ha spiegato, “era quello di programmare le attività dei servizi veterinari delle Asl, effettuando dei controlli sull’igiene degli alimenti nelle strutture produttive o negli allevamenti per verificare il rispetto delle regole. Si facevano, cioè, sopralluoghi, oppure campionamenti e prelievi per appurare l’eventuale presenza di sostanze vietate o contaminate”.
“I controlli”, ha specificato il teste, “si fanno solitamente senza preavviso, tranne in determinate occasioni: ad esempio alcuni controlli chiamati ‘audit’, in cui si verificano le strutture produttive e si valutano le procedure adottate per il rispetto delle norme”. “In questo caso”, ha chiarito Astuti, “non si tratta di un’attività investigativa, e quindi avvertiamo del nostro arrivo”.
Astuti ha ricordato l’ispezione effettuata alla Tradel nel 2006. Una struttura “che svolgeva un’attività particolare dove il limite tra il lecito e l’illecito è sfumato in quanto la normativa non è chiara e perché decidere ciò che va bene da quello che non va bene non è sempre facile”. Il teste ha raccontato che al termine dell’ispezione era stato redatto un verbale nel quale “erano state individuate cose su cui era indispensabile intervenire, e cioè andava fatta un’eliminazione immediata dei prodotti contaminati. Entro un mese la situazione doveva essere risolta”. “Era poi compito dell’Asl”, ha aggiunto Astuti, “impartire indicazioni al titolare della ditta per risolvere i problemi”. “Dopo trenta giorni”, ha detto il teste, “ho chiesto notizie al servizio veterinario e Crotti mi ha detto che c’erano dei problemi. Era  necessario qualche giorno in più. In una quarantina di giorni, comunque, era stato tutto risolto”.

In aula è stata sentita anche la testimonianza di Andrea Belloli, ex direttore generale dell’Asl di Cremona. “Tutti gli anni si faceva un piano di controlli, e in rapporto alla tipologia di rischio si attribuiva maggiore o minore importanza”. “Ricordo la vicenda della Tradel e le sue criticità”, ha detto Belloli al pm Francesco Messina. “Le erano state segnalate anomalie provenienti dai prodotti Tradel?”, ha chiesto l’avvocato difensore Isabella Cantalupo. “Che io ricordi no”, ha risposto il teste, “ma comunque non erano prodotti destinati al consumatore finale. Dovevano ancora essere lavorati”.

Nel novembre del 2006 gli uomini della guardia di finanza di Cremona avevano fermano un tir a Castelleone e avevano trovato formaggio semilavorato in evidente stato di putrefazione partito dall’azienda di Casalbuttano e diretto alla Megal. Nel formaggio avariato c’erano vermi, escrementi di topi, residui di plastica tritata, pezzi di ferro, muffe e inchiostro. Massimo Boldini, responsabile della sezione di Cremona dell’istituto zooprofilattico dell’Emilia Romagna, aveva analizzato i campioni prelevati. “Risultati favorevoli”, ha detto, “rispetto ai parametri microbiologici e chimici. Si trattava di semilavorati destinati ad un’ulteriore lavorazione, non a diretto consumo umano”. “Mi sono arrivati panetti di un composto di formaggio”, ha ricordato, “ma noi di solito non riceviamo quel tipo di materiale. A noi arrivano direttamente formaggi, salumi o prodotti già finiti”.

La prossima udienza è stata rinviata al 28 maggio, quando il collegio dei giudici sentirà gli imputati.

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