'Stabilizzati' del Comune, silenzio in attesa della Corte Il caso finirà in Parlamento
foto Sessa
“In 25 anni che lavoro qui non mi era mai capitato di vedere così tanta gente in assemblea” è il commento di un dipendente del Comune mentre, alle 10,30 di lunedì, si chiudono le porte del Salone dei Quadri, dove i sindacati stanno iniziando a parlare dei temi caldi dei premi di produttività, del piano di riorganizzazione e, per finire, della questione precari / Corte dei Conti. Quasi al completo la presenza degli impiegati dell’anagrafe, quasi lo stesso per il settore tributi. Alta è l’attesa per quanto verrà spiegato dal tavolo dove siedono alcuni membri di Rsu (Carmelo Murabito e Giorgio Salami) e delle categorie (Vincenzo Tarallo, Cisl e Cesare Leoni, Cgil). Tra gli spauracchi di ordine generale c’è il fantasma delle esternalizzazioni dei servizi, magari come proposta che uscirà dall’indagine sulla riorganizzazione interna che la ditta Pragmata sta ultimando per conto della direzione generale.
Solo verso il finale l’assemblea affronta la delicatissima questione dei precari, ossia dei 32 lavoratori assunti tra dicembre 2010 (decorrenza giuridica) e gennaio 2011 (economica). Interviene Daniele Gigni, dipendente storico del Comune, oltre 15 anni di servizio, sempre con contratti a termine e stabilizzato insieme a tanti altri attraverso la procedura contestata dalla Corte dei Conti. “In questo momento vogliamo tenere un profilo basso”, spiega. Nessuna dichiarazione pubblica da parte dei diretti interessati, nessuna levata di scudi nel periodo che intercorre da qui all’udienza / sentenza del 22 maggio per non dare nemmeno l’impressione di voler interferire con il giudizio dei giudici amministrativi.
Per ora si lavora sottotraccia: c’è stata una raccolta di firme di solidarietà tra tutti i colleghi del Comune e sono state preparate lettere da indirizzare ai consiglieri comunali e ai parlamentari eletti in provincia, nel caso il giudizio della Corte Conti confermi le accuse della Procura contabile. Il caso sollevato, in effetti, è di rilievo nazionale, un vero e proprio inedito che ha preso alla sprovvista le stesse segreterie regionali dei sindacati. Le lettere per i parlamentari contengono un riepilogo dei passaggi tecnici che hanno portato a questa situazione ed esprimono la preoccupazione degli interessati per la possibile nullità dei loro contratti di assunzione.
L’ordine del giorno approvato dai 170 dipendenti presenti in assemblea
I dipendenti del Comune di Cremona, riuniti in assemblea il giorno 8 Aprile 2013, riscontrando il perdurare di relazioni sindacali assolutamente insufficienti, rivendicano la necessità di un puntuale rispetto del confronto.
Consapevoli che le scelte errate rimandano ai cittadini un’immagine negativa del loro apporto e mettono a rischio lo stesso posto di lavoro chiedono che, finalmente, le attività interne e le eventuali modifche dell’assetto organizzativo scaturiscano dal Piano delle Performance, che non deve essere una semplice voce sul sito internet del Comune, ma uno strumento concreto di misurazioni, interventi e verifica di risultati.
Ritengono che, poiché l’affidamento esterno dell’analisi sul SED e sull’assetto organizzativo sono attività che potevano e dovevano invece essere sostenute internamente, sia opportuno che le spese effettuate a tale scopo vengano recuperate dalla produttività dei responsabili dell’affidamento stesso.
A proposito della preoccupante vicenda che investe alcuni di loro, il personale del Comune, nella sua totalità, confida che questi non perdano il proprio posto di lavoro, con un riflesso negativo sui servizi erogati ai cittadini di Cremona dagli effetti pesantissimi.
L’apporto di tutti loro, in uno scenario di continua riduzione di personale e con la contemporanea richiesta di servizi più efficienti, è indispensabile perché questi stessi servizi non siano invece irrimediabilmente pregiudicati.
g.b.
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