Il deputato Bordo (Sel) in visita al carcere: 'Affollamento e infiltrazioni'
Sopra, Bordo e il carcere (foto Francesco Sessa)
In mattinata, dalle 10 circa, visita del deputato del territorio Franco Bordo di Sinistra, ecologia e libertà nel carcere di Cremona; visita finalizzata a verificare direttamente le problematiche e la situazione della Casa circondariale. Si tratta di un’iniziativa nazionale di Sel, che fra la giornata di venerdì e lunedì intende ‘analizzare’ più strutture possibili per fare un quadro della situazione del sistema detentivo del Paese.
“Il sovraffollamento – ha affermato Bordo – è purtroppo un elemento comune a tutte le carceri. La nostra legislazione non permette un utilizzo adeguato delle misure detentive alternative e contemporaneamente leggi come la Fini-Giovanardi, la Bossi-Fini e la ex Cirielli, per le quali abbiamo presentato una proposta di modifica, hanno portato a un riempimento eccessivo delle strutture”. “Qui a Cremona – è andato avanti – siamo partiti da una capienza base di 196 detenuti, per poi arrivare a una tolleranza prevista di 353 e oggi siamo a 417 persone in carcere. Il doppio rispetto a quanto previsto. I problemi ci sono anche per le persone che lavorano nella Casa circondariale: la pianta organizzativa sarebbe da 210 unità, ma siamo invece a 171, di cui solo quattro educatori, pochissimi per oltre 400 detenuti”.
“Preso atto anche della situazione strutturale – ha sottolineato -. La parte ‘vecchia’ ha grossi problemi di infiltrazioni di acqua in moltissime zone comuni, nelle celle e nelle aree riservate al personale. Mi ha colpito molto l’area infermieristica, con due ambulatori chiusi per infiltrazioni. Un disagio per i detenuti e per chi deve gestire la situazione. Per risolvere questi problemi non ci vorrebbero nemmeno grandissime operazioni finanziari. Interverrò presso il Ministero della Giustizia. Mi collegherò alla questione del nuovo padiglione, ancora inutilizzato. Anche qui infiltrazioni di acqua in tutti i piani. Sono stato colpito inoltre dal modo in cui è stato concepito: celle più ampie, ma pochissimi spazi comuni, meno di quelli presenti in una struttura realizzata tanti anni fa. La capienza è per 200 detenuti, ma potrebbe lievitare. Il timore è pure per i numeri del personale: necessario rafforzare la pianta organica degli agenti di polizia penitenziaria. Considero questa visita non come un fatto estemporaneo, terrò alta l’attenzione e mi terrò in contatto per migliorare le condizioni di chi si trova all’interno”.
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