Cronaca

Orefice cremonese rapinato a Vicenza, arrestato mantovano

Rapinato di 70.000 euro in gioielli da un finto cliente in un ufficio affittato ad ore in via Zamenhof. Vittima del colpo, avvenuto a Vicenza il 22 gennaio scorso, l’orefice cremonese Cristiano Faelutti, 36 anni. Grazie alle indagini, gli agenti della polizia sono riusciti ad identificare e a bloccare l’autore: si tratta di Giovanni Di Rosa, 30enne di Monzambano, in provincia di Mantova, che è stato arrestato. Il giovane, disoccupato, incensurato, aveva cercato di pagare i preziosi con banconote da 500 euro fac simile, ma quando Faelutti si era accorto che “Antonio, il libanese”, così si faceva chiamare il cliente, lo stava pagando con banconote false, si era ritrovato puntata davanti agli occhi una pistola. E non aveva potuto fare altro che consegnare i suoi gioielli. In base a quanto l’orefice aveva denunciato alla polizia, nei giorni precedenti, attraverso uno zio orafo era stato contattato da un tale che si era presentato come Antonio, che aveva detto di essere libanese. In effetti Di Rosa è nato in Germania, ha origini siciliane e contatti con l’Est Europa. Antonio gli aveva proposto l’acquisto di un Cartier prestigioso e i due si erano organizzati per incontrarsi a Vicenza, visto che in quei giorni era in programma la fiera dell’oro. Faelutti aveva spiegato di aver contrattato, telefonicamente, non l’acquisto dell’orologio, ma la vendita di bracciali d’oro prodotti dall’azienda di famiglia, per 70 mila euro. Quando Faelutti era arrivato, Di Rosa gli aveva fatto vedere i soldi. Una mazzetta di banconote da 500 euro. Ma, a parte le prime, le altre erano farlocche. Faelutti se n’era accorto, così il 30enne mantovano aveva tirato fuori una pistola, si era preso i gioielli ed era scappato. A Di Rosa gli investigatori sono arrivati grazie alle immagini di una telecamera esterna e ad una serie di riscontri tecnici, in particolare con i telefonini, anche se le chiamate il mantovano le aveva fatte con sim-card intestate a persone inesistenti. Nel corso della perquisizione nell’abitazione di Di Rosa, i poliziotti hanno trovato alcune banconote false, con il marchio fac simile, e il famoso Cartier. Della pistola nessuna traccia, e nemmeno dei bracciali del gioielliere di Cremona: potrebbero essere stati già fatti sparire da qualche ricettatore. Ma sono spuntati gli stessi abiti che indossava il “libanese” il giorno della rapina. Ora Di Rosa dovrà difendersi dalle accuse di rapina aggravata, porto di pistola e tentata truffa.

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