Cronaca

S. Felice, sale la protesta "Non servono grandi opere ma riparare i buchi delle strade"

foto Sessa

Il sovrappasso che Comune e Rfi  intendono realizzare sulla ferrovia è solo l’ultimo dei problemi di San Felice. Nel pomeriggio di venerdì il Comitato di quartiere si è ritrovato nella piazza ancora senza nome della frazione per spiegare cosa non va in questa estrema periferia, più campagna che città, dove “gli amministratori vengono, fanno promesse ma poi non fanno niente perchè dicono che non ci sono i soldi”. Lo ha detto il presidente del Comitato, Giorgio Beccari che invece, a nome delle 598 persone che hanno firmato la petizione, sottolinea  come i soldi ci siano per realizzare opere a loro dire inutili, come il sovrappasso e i due sottopassi di via Brescia e via Persico,  in totale  una spesa di 13 milioni di euro (tra Comune e Reti Ferroviarie).

La lista delle lamentele però è davvero lunga e coinvolge anche l’assessorato alle periferie di Claudio Demicheli: “I Comitati di Quartiere vanno bene solo finchè non tirano fuori i problemi”, dice Beccari, che inizia dalle case popolari, dove il sindaco si fece fotografare ad inizio mandato e che adesso sono in abbandono; prosegue con i buchi nelle strade, l’assenza di servizi e negozi, con le case realizzate e poi non vendute (“Malagnino invece continua a crescere”); con l’illuminazione insufficiente del parcheggio verso via Mantova, e così via. Il quartiere si ritiene ingabbiato e isolato, è convinto che il raddoppio della via Mantova sarà un ulteriore motivo di isolamento e che sarà sempre più difficile per i residenti utilizzare la rete di piste ciclabili costruita attorno alla frazione. “Il viadotto sarà una grande opera circondata da strade fatiscenti, con buche e non illuminate”, come la strada San Felice – San Savino di cui i residenti hanno chiesto urgentemente l’ampliamento. O come la pista ciclabile tra via Postumia e la frazione, nemmeno omologata – affermano i residenti – e dove i lampioni sono arrivati dopo anni dall’ultimazione e solo come frutto “di una penosa trattativa”, continua Beccari. Via san Savino, appunto: oltre che piena di buche e stretta, dalle 7 alle 7,20 è chiusa per farvi passare l’autobus e quando verrà chiusa anche l’alternativa di via Mulini, che unisce San Savino alla Postumia, vedrà un aumento di traffico. La chiusura di via Mulini rende di fatto inutilizzabile anche il tratto di ciclabile che fiancheggia la Postumia tra le due frazioni, sottolinea una residente.

“Questo progetto è vecchio di 10 anni”, continua il presidente del Comitato. “Il Comune lo ha ripreso dal cassetto della precedente amministrazione. Mi chiedo: con tutte le cose che hanno tralasciato perchè proprio questa deve essere portata a termine? I tempi sono cambiati dal 2003 ad oggi. E poi ce n’era di tempo che chiedere al quartiere di cosa ci fosse davvero bisogno”. Non di questo cavalcavia largo 8 metri, più una ciclabile per ciascun senso di marcia e un marciapiede, che costringe i ciclisti ad affrontare una salita del 6% – 7% che dissuaderà molti dall’utilizzare le due ruote. “Ci hanno promesso un sottopasso ciclopedonale, ma solo a parole, niente di scritto”, continua. Il Comitato critica nel suo complesso l’operazione sovra- e sottopassi e si mostra scettico anche su quello di via Brescia. Da ultimo Beccari ha detto di aver consegnato la documentazione sulle opere in programma al Ministero delle Infrastrutture, a Roma.

LA RISPOSTA DI FRANCESCO ZANIBELLI. Delusione e amarezza da parte dell’assessore ai Lavori Pubblici. “Mi spiace vedere questa totale mancanza di fiducia nei miei confronti. Come ho già avuto modo di dire al Comitato e personalmente al suo presidente, mi sono impegnato a portare in Giunta un progetto per la realizzazione del sottopasso ciclopedonale, opera di compensazione che costringe a reperire risorse non indifferenti (circa 200.000 euro, ndr) in un periodo difficilissimo per i Comuni. Non ho mai fatto promesse, ma mi sono impegnato a reperire le risorse anche per l’ampliamento di via San Savino, problema che, come ho detto al Comitato, condivido perfettamente e comprendo”. Poi una stoccata alla precedente amministrazione, visto che buona parte del gruppo consigliare Pd era presente alla conferenza stampa di S. Felice: “Quando erano al governo della città hanno venduto le farmacie, hanno venduto le reti fognarie e cosa hanno fatto per i tanti problemi di questo quartiere? Mi pare che lo sforzo lo stiamo facendo noi in un’epoca pessima per le finanze pubbliche”. “Qualunque amministratore è contento se lo sono anche i suoi concittadini  – conclude l’assessore. E’ per questa ragione e per senso di giustizia che stiamo recuperando le risorse per il sottopasso pedonale. L’eliminazione delle barriere ferroviarie è un passaggio in avanti importante per tutta la città, era impossibile rinunciarvi”.

g.b.

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