Riorganizzazione Provincia, si va verso meno settori e dirigenti
Il Comune fluttua da una riorganizzazione all’altra del personale, alla ricerca del migliore assetto, non ancora trovato nonostante sette ipotesi in quattro anni. Perdipiù affida all’esterno le consulenze (l’ultima, da 15.000 euro ha fatto infuriare i sindacati) e rischia grosso (dirigenza e parte politica) con la Corte dei Conti per la questione delle assunzioni dei precari nel 2010.
La Provincia, che pure ha davanti a sé la prospettiva di una trasformazione in qualcosa d’altro (macro provincia del sud Lombardia e trasferimento di funzioni) procede invece con una riorganizzazione interna sulla scia di quella varata qualche anno fa, semplificando la propria struttura e definendo nuovi ruoli, proprio in vista di un possibile cambiamento istituzionale. La Giunta ha infatti affidato al direttore generale (figura interna, non consulente esterno) l’incarico di formulare una proposta di riorganizzazione che tenga conto sia della costante riduzione di trasferimenti dallo Stato sia del ridimensionamento delle funzioni che molto probabilmente avverrà in futuro. “Le manovre economiche degli ultimi anni – si ricorda nella delibera appena pubblicata – hanno determinato pesantissimi tagli ai trasferimenti erariali: per l’anno 2011 il comparto Province ha subito riduzioni per 300 M€, nel 2012 per 1115 M€ e nel 2013 per 700M€)”.
In particolare, viene dato mandato al dirigente di “attuare principi di semplificazione e snellimento della organizzazione, percorrendo prioritariamente la strada della eventuale riduzione numerica dei settori”. Viene quindi prefigurata l’ipotesi di un accorpamento di settori, ossia delle unità organizzative di livello più ampio, “attraverso una analisi volta soprattutto a verificare se tutti i settori attualmente costituiti presentino, alla luce della evoluzione in corso e nel presente contesto, una consistenza, in termini di competenze e attribuzioni, tale da richiederne il mantenimento in esistenza con il presidio di apposita posizione dirigenziale”. Insomma, in Provincia ci si comincia ad interrogare sulla necessità di mantenere in essere settori e posizioni apicali non più giustificati causa lo svuotamento dei budget imposti dalla progressiva riduzione delle entrate. Quali siano questi settori non viene esplicitato ma basta uno sguardo al bilancio preventivo per capire quali sono le competenze a secco di risorse.
La Giunta inoltre auspica che “nel caso venga verificata in concreto tale possibilità di riduzione”, vengano operati “accorpamenti di competenze tra settori secondo criteri di omogeneità, funzionalità, integrazione e flessibilità nell’utilizzo delle competenze disponibili nell’ente”.
Ricordiamo che il nuovo assetto funzionale dell’ente era stato varato nel 2011 dall’amministrazione Salini, con la costituzione di quattro macroaree all’interno delle quali venivano individuati i “settori”, attualmente 12, ossia unità organizzative di massimo livello; i “servizi”, unità organizzative di livello intermedio; gli ” uffici”, unità organizzative di base, normalmente ricomprese nei servizi. I settori sono dotati di autonomia operativa e funzionale e sono costituiti da un complesso di risorse umane e strumentali; a ciascuno di essi è preposto un dirigente. Per parlare della riorganizzazione si terrà presto un incontro coi sindacati del Pubblico Impiego.
Sempre nel campo delle politiche per il personale, la provincia ha stabilizzato un paio di anni fa circa 28 precari “storici”, su 33 posizioni aperte. Di tutti coloro che avrebbero potuto partecipare al concorso, cinque non lo fecero, preferendo rimanere con contratti di collaborazione.
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