Bulli non solo a scuola Nello sport i prepotenti sono genitori e allenatori
Il 90% dei bambini e ragazzi cremonesi dai 9 ai 13 anni sperimenta il bullismo, come vittima, come attore o sempre più spesso nel doppio ruolo dell’uno e dell’altro. E’ dunque un fenomeno sempre più all’attenzione degli operatori scolastici, oggetto dell’indagine presentata nel pomeriggio di martedì 19 marzo nell’aula magna del Vacchelli dall’Ufficio scolastico provinciale. La ricerca, realizzata da Paola Cattenati, ha coinvolto 1566 ragazzi dalla quarta elementare alla terza media di tutte le scuole statali di Cremona.
E’ l’ultimo step di un’azione di forte coinvolgimento degli insegnanti, che sempre più spesso richiedono l’intervento degli specialisti per fronteggiare le prepotenze a scuola. Fenomeno in aumento, come si diceva, è la compresenza nello stesso ragazzo dell’identità di vittima e di attore delle prepotenze: ben il 36%, indice, di una crescente difficoltà a stare nel gruppo. Il 38% dei ragazzi si definisce vittima, il 16% bullo.
La modalità con cui si manifestano questi atteggiamenti negativi sono i dispetti (36% agiti, 39% subiti); la presa in giro (21% agito, ben il 50% subito); infine l’esclusione (10% agito, 8% subito). Significativo il 50% di prese in giro subite, soprattutto per l’abbigliamento e per l’aspetto fisico. Neppure i furti sono sconosciuti nelle aule scolastiche: il 9% dichiara di averli subiti, anche se nessun ragazzo ha confessato di averne commessi, pur essendo il questionario anonimo.
Come avviene nella realtà adulta, parimenti nella scuola sono le femmine a subire di più: sono infatti il 41% delle vittime e rappresentano il 21% dei bulli. Un fenomeno in crescita, quello del bullismo tra gruppi di ragazze: si manifesta perlopiù con azioni indirette (prese in giro, dicerie, manipolazione delle amicizie), anche se sono in aumento pugni e fruti, modalità più tipicamente maschili. Mentre con l’aumentare dell’età i maschi tendono ad essere più attori che vittime, per le femmine rivestire quest’ultimo ruolo è una costante che si mantiene anche con la crescita.
Sono le aule scolastiche e i corridoi a rappresentare i luoghi purtroppo preferiti per gli atti di bullismo e a seguire il cortile e gli spogliatoi. Ma al di fuori degli ambienti scolastici emerge un dato preoccupante: in ambito sportivo ad esempio bambini e ragazzi avvertono come prepotente il comportamento degli adulti, allenatori e genitori, assai più che dei coetanei: lo stimolo al gioco competitivo e alla vittoria ad ogni costo sembrano elementi caratterizzanti della pratica sportiva, esattamente il contrario di ciò che gli adulti dovrebbero comunicare (divertimento, gioco, aggregazione) nella fase dell’età evolutiva.
Altro fenomeno preoccupante, il 17% di bulli che dichiara di sentirsi indifferente rispetto alle proprie azioni oppure di provare emozioni positive (20%). Per contro il 63% si dichiara dispiaciuto. Un segnale positivo viene però dagli spettatori di atti di prepotenza: prevalgono infatti gli atteggiamenti empatici e in particolare il 42% si dichiara dispiaciuto, il 28% triste, il 22% arrabbiato.
g.b
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