Polo delle tecnologie Il nodo dei costi rischia di bloccare il contributo
Si avvicina la scadenza del 30 aprile per la presentazione del progetto esecutivo del Polo delle Tecnologie, finora l’unica proposta concreta di insediamento nelle zone ex Annonaria. La scorsa settimana la commissione urbanistica ha trattato della questione parcheggio interrato in foro Boario, finora una pura ipotesi progettuale. Il Polo delle Tecnologie può invece contare sulla realtà di sette aziende cremonesi consorziate (Csamed srl, Gamm System srl, Incode Snc, Lanzoni, srl, Microdata Group srl, Next srl, Nweb srl.), oltre ad AemCom e sul Politecnico, in un rapporto di vantaggi reciproco. Quello che ancora manca, e che a questo punto è sempre più urgente, è però il progetto esecutivo e quindi l’analisi dei costi che le aziende consorziate dovranno sopportare per insediarsi nel primo dei due lotti destinati al Polo nell’ex Macello, nella porzione di proprietà Aem. La stesura di un progetto è condizione indispensabile per accedere al contributo, da un milione massimo, che il Comune si è aggiudicato classificandosi secondo nel bando Aster (accordi di sviluppo territoriale per l’insediamento di nuove attività di impresa).
A fronte dell’ottimismo sul rispetto dei tempi, palesato dal vicesindaco Carlo Malvezzi nell’ultima commissione urbanistica, qualche preoccupazione tra gli altri soggetti coinvolti, c’è. In particolare le cifre ancora provvisorie che stanno circolando starebbero mettendo sull’attenti alcune delle aziende in questione, veri e propri gioielli di innovazione che lavorano per clienti di ogni parte del mondo. Di questi tempi, trovare aziende che investono non è cosa facile, né tantomeno trovare banche che finanziano velocemente nuove iniziative. “Nessuna preoccupazione, stiamo facendo il piano attuativo e non si è ancora parlato di cifre”, assicura Malvezzi. “Comune ed AemCom stanno facendo valutazioni specifiche, insieme alle altre aziende, sulla forma del futuro Polo. Questo ci consentirà di capire i costi delle aree” e di tutto quanto è connesso a qualsiasi nuovo insediamento produttivo, in primis i costi di urbanizzazione. Qualsiasi nuova edificazione, inoltre oggi deve rispondere a precisi requisiti di sicurezza e antisismicità, oltre che ottenere una serie di certificazioni, che fanno alzare i costi di realizzazione.
Ma che il progetto s’abbia da fare è cosa certa. Ne parla anche Gerardo Paloschi, amministratore delegato di AemCom. “Cremona negli anni Novanta è stata antesignana della banda larga. Allora in pochi capivano a cosa sarebbe servito quell’investimento, che non è mai stato né di destra né di sinistra, ma della città ed oggi invece tutti lo utilizzano. Cremona ha un’infrastruttura che va valorizzata e ha molto da dire nel campo dell’economia digitale. Aziende, capacità tecnologica e cultura (l’università): sono i tre pilastri delle potenzialità di Cremona. C’è poi la necessità di avviare lo svecchiamento delle imprese tradizionali, quelle che non hanno ancora avuto accesso alle innovazioni digitali, il cosiddetto “knowledge divide”. Poter usufruire di un Polo delle Tecnologie, dove le migliori professionalità si incontrano, dialogano, mettono in comune esperienze ed idee, costituirà lo strumento attraverso il quale anche la old economy potrà utilizzare le nuove tecnologie e trarne vantaggi”.
Un Polo dove la logica del “co-working” è direttamente connessa alla filosofia di Internet; con laboratori per lo start-up di imprese; un’università pronta a dare sbocchi lavorativi ai propri iscritti e ad attirare sempre più studenti. Già adesso, il comparto delle imprese Ict a Cremona dà lavoro più o meno 400 persone, spesso ingegneri provenienti da Medio Oriente e India. Auspicabilmente il Polo attirerà nuove aziende che scelgono Cremona.
g.b.
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