All'Arpa chiuso anche il centro di radioprotezione
Non è soltanto il laboratorio di analisi a smobilitare dal dipartimento Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) di Cremona. Dall’inizio dell’anno è stato smantellato anche il centro di radioprotezione che era una delle eccellenze del dipartimento cremonese, il terzo in Lombardia dopo quello di Milano e Bergamo. Era stato attivato in concomitanza con l’avvio della centrale nucleare di Caorso per effettuare il monitoraggio sulla contaminazione di cibi e terreni. In seguito era diventato punto di riferimento delle analisi in occasione del disastro di Chernobyl: in via S. Maria in Betlem venivano passati al setaccio alimenti e matrici ambientali provenienti da buona parte del nord Italia. Mentre in tutti i dipartimenti provinciali di Arpa Lombardia erano presenti competenze in materia di radioprotezione e la strumentazione necessaria per gli interventi di I livello (contaminametri, rateometri, ad esempio), presso i dipartimenti di Milano, Bergamo e Cremona, diretto da Bruno Sacchi, si trovavano i laboratori di riferimento per le misure di radioattività. Ora quello di Cremona è stato smantellato, mentre è stato confermato quello di Bergamo dove l’alta presenza di radon rende necessario un presidio permanente. Mantenuto anche il centro di riferimento regionale milanese.
L’attività del centro cremonese consisteva nel continuo controllo della radioattività, soprattutto dopo l’evento Chernobyl, attraverso l’analisi di matrici ambientali come: fall-out, acque superficiali, terreno, foraggio ecc. e matrici alimentari come latte, carne, frutta, verdura ecc. “Questa particolare specializzazione sulla radioattività – si legge nella descrizione sul sito Arpa delle attività – ha permesso e permette di eseguire indagini più specifiche legate sia ad emergenze locali che ad esigenze particolari del territorio. Tra le prime possono essere citati i ritrovamenti di sorgenti radioattive nei rottami ferrosi, ma anche la problematica legata a matrici “pseudo-naturali”, come le piastrelle per edilizia. Tra le seconde possono essere citate le indagini eseguite nel corso di questi anni per la caratterizzazione del gas radon in ambienti abitativi come scuole e/o edifici pubblici”.
Nel 2006 e negli anni successivi vennero rivisti e riorganizzati i piani di monitoraggio di alcune significative matrici ambientali, in tutti i dipartimenti lombardi. Cominciò così il monitoraggio regionale della radioattività di acque e fanghi dei depuratori principali delle province lombarde. Cremona ha avuto il compito di analizzare i campioni provenienti dai depuratori anche di Mantova e Pavia, oltre che del capoluogo.
Il secondo piano di campionamento riguardava invece il monitoraggio radiometrico sulle matrici ambientali per la presenza della Centrale di Caorso. Le matrici sono: aria, fallout, terreni e DMO (Detrito Minerale Sedimentabile proveniente dalle acque del fiume Po).
Dunque continua lo smantellamento dell’Arpa di Cremona, nel solco di una stretta sui costi che non è molto comprensibile, visto che per far analizzare i campioni del laboratorio analisi ora occorrerà prevedere anche le spese di trasporto a Brescia. Perplessità per l’operazione è stata espressa anche dal direttore Giampaolo Beati. Il processo rientra nell’ambito del progetto ‘Riorganizzazione della rete laboratoristica 2011-2015? voluta da Arpa Lombardia per razionalizzare e potenziare la rete laboratoristica regionale, concentrando in sole due sedi (Brescia e Milano) tutte le analisi provenienti dai dipartimenti provinciali esistenti.
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