Cronaca

Concorso precari, difesa della Giunta: "Azione complessa ma non illegittima" A rischio 32 posti di lavoro

Sopra, l’incontro Giunta-sindacati (foto Sessa)

“Se è stata veramente un’operazione complessa, non significa che l’Amministrazione abbia agito in maniera illegittima, tanto meno per dolo e causando un danno erariale alla collettività”. Si difende così, dopo l’incontro di mercoledì con gli avvocati e quello del pomeriggio con i sindacati, la Giunta Perri a due mesi dall’udienza alla Corte dei Conti per il concorso dei 32 precari, prevista per il 22 maggio. La vicenda ormai è nota: sindaco, assessori (ad esclusione di Nolli, Alquati e Amore assenti al momento della delibera), il responsabile del personale Maurilio Segalini e il segretario comunale Pasquale Criscuolo sono stati rinviati a giudizio per danno erariale per aver assunto 32 precari in Comune, nonostante il blocco delle assunzioni dovuto allo sforamento del patto di stabilità. “Nell’anno 2009 purtroppo  – spiega la Giunta in un comunicato diffuso dopo l’incontro con i sindacati – , pur avendo a norma le spese di personale (ben al di sotto dei tetti massimi previsti) il Comune di Cremona non rispettò il patto di stabilità (per ragioni completamente diverse da quelle riguardanti il personale e gli indicatori di spesa: ovvero per lo sblocco dei pagamenti in conto capitale per la realizzazione delle opere pubbliche) e pertanto nel 2010 scattò il fatidico anno delle sanzioni, tra cui quella di non poter assumere a nessun titolo alcun lavoratore. Come avremmo potuto fare allora? – si chiedono gli amministratori – Non si poteva certo far pagare un prezzo così alto ai lavoratori in attesa di stabilizzazione. Non sarebbe stato giusto equiparare i nostri precari da stabilizzare a quelli previsti dal decreto legge Tremonti solo da stabilizzare in misura proporzionale al turn-over. Avrebbero aspettato anni e non sapremmo ancora adesso se ce l’avrebbero fatta. Aspettammo quindi che passasse l’anno della sanzione (il 2010) e dal 1° gennaio del 2011 stabilizzammo i precari”.
“Abbiamo dato decorrenza giuridica dal 31 dicembre 2010- prosegue la Giunta – (anche se non abbiamo speso un solo euro in quell’anno e quindi non si comprende quale sia il danno erariale) per poter significare che quel gruppo di lavoratori stabilizzati apparteneva al processo di stabilizzazione del 2007-2010 e non a quelle stabilizzazioni del biennio 2011-2012, diversamente qualcuno avrebbe potuto dubitare che fossero soggetti ai limiti del turn-over imposti dalle norme a partire proprio dal 2011”.
“Abbiamo il dovere di spiegare tutto questo – concludono amministratori e dirigenti – anche se è un po’ complicato, soprattutto per via di un contesto normativo che sicuramente non è da addebitare al Comune di Cremona”.

“E’ VENUTA L’ORA DI ALZARE IL TIRO”  – E’ questa la sintesi del lungo incontro chiesto alla stampa locale dal responsabile del Personale Maurilio Segalini, il segretario generale Pasquale Criscuolo e dall’assessore Maria Vittoria Ceraso. “Abbiamo sempre tenuto un profilo basso in merito a questa vicenda – ha detto Ceraso – ma adesso abbiamo deciso di alzare il tiro. Pensavamo che le copiose controdeduzioni che presentammo a suo tempo alla procura della Corte dei Conti fossero sufficienti a dimostrare la legittimità delle nostre azioni, così non è stato. C’è poi un altro fatto che ci costringe ad esporre pubblicamente le nostre ragioni ed è il clima che si è venuto a creare con il discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario del  procuratore capo della Corte dei Conti, in cui il caso di Cremona è definito di ‘mala gestio’, per noi inaccettabile”. Ceraso ha ribadito l’assoluta trasparenza del percorso seguito, il lungo iter di queste stabilizzazioni iniziato da una giunta di diverso colore politico e quindi l’imparzialità di quelle assunzioni.  A pesare più di tutto su assessori e dirigenti è quell’accusa di ‘dolo’ che presuppone la volontarietà di creare un danno alle casse erariali, ipotizzando quindi una comune volontà in tal senso degli altri soggetti che portarono a quella scelta: i sindacati, che avevano iniziato il percorso nel 2005; la precedente giunta, che l’aveva preso in mano nel 2007; l’Anci, associazione comuni italiani che aveva emesso un parere scritto di condivisione della scelta del Comune di Cremona, anche in merito alla doppia assunzione dei 32 precari: con decorrenza 30 dicembre 2010 per gli effetti giuridici e invece 1 gennaio 2011 per quelli economici.

“IL VERO DANNO SAREBBE STATO SE NON AVESSIMO STABILIZZATO” – Una delle linee di difesa di Giunta e dirigenti sarà quella di evidenziare che in caso di mancata stabilizzazione dei precari, questi avrebbero potuto dal 2011 fare ricorso al Giudice del lavoro e con ogni probabilità vincere la causa, come mostrano numerosi precedenti, hanno spiegato Segalini e Criscuolo. In quel caso il danno erariale sarebbe stato di gran lunga superiore ai 1.172.459 milioni quantificati al 31 dicembre 2012 dalla procura della Corte dei Conti, ammontando a circa 5 milioni il risarcimento ipotizzabile a favore dei 32 ex dipendenti lasciati a casa. Ipotesi “catastrofica”, così l’ha definita Segalini, anche quella di un’ipotetica richiesta danni da parte dei soggetti coinvolti in caso di sentenza di colpevolezza dopo il 22 maggio. Il risarcimento infatti ricadrebbe sulla collettività o sulla cancellazione di servizi.

CLIMA  DI CONGIURA – Questa la sensazione che si respira in sala Giunta. Il semplice esposto anonimo che ha fatto scattare l’inchiesta della magistratura contabile sembra troppo poco per sostanziare accuse tanto pesanti. “Qui – afferma citando la relazione della Corte dei Conti –  si parla di mala gestio come se la sentenza di condanna fosse già stata emessa”, ha detto Criscuolo.

IL PEGGIO E’ PER I 32 LAVORATORI –  Sia i membri della giunta che parteciparono alla seduta “incriminata” delle stabilizzazioni, sia i dirigenti sono coperti da assicurazione che risponderà in caso di sentenza di condanna. “Oltre alla responsabilità civile che copre tutti i dipendenti comunali”, ha detto Segalini, “paghiamo personalmente una polizza individuale che ci garantirà nel caso ne avessimo bisogno. Quelli che sono scoperti dal punto di vista giuridico sono invece i 32 lavoratori, e questo umanamente è per me un grande peso. Una sentenza di condanna significherebbe l’annullamento dei loro contratti. Molte di queste persone lavorano qui da 15 – 16 anni, in uffici come anagrafe, servizi sociali, gestione entrate. Svolgono servizi indispensabili per il funzionamento della macchina comunale e per rispondere ai bisogni della cittadinanza. Ho qui la lista dei loro nomi, ma non voglio elencarli perchè per loro sono già momenti molto difficili. Molti sono giovani e appena sposati, il più anziano di loro ha un’anzianità di servizio pari quasi alla mia”. Non solo: l’annullamento eventuale dei loro contratti determinerebbe effetti a catena in altre pubbliche amministrazioni italiane. Tre dei precari assunti a Cremona si sono trasferiti altrove prendendo il posto di altro personale andato in mobilità: una cinquantina i lavoratori che potrebbero trovarsi senza contratto di lavoro. Il risarcimento ipotizzato allo stato attuale per i dirigenti e i politici coinvolti assomma a 293.114 euro per Segalini, 175.868 per Criscuolo, 87.934 euro per ciascuno dei sette componenti di giunta, sindaco incluso.

LE DIFESE – Mentre sindaco e assessori “incriminati” (tutta la giunta tranne Roberto Nolli, Jane Alquati, Luigi Amore)  sono difesi dagli avvocati Alessandra Bazzani e Franco Tofacchi, il segretario comunale Pasquale Criscuolo è difeso da Alessandra Blasi del foro di Milano, come i colleghi. Maurilio Segalini è invece assistito dall’avvocato Edoardo Boccalini, a capo dell’avvocatura comunale per molti anni ed ora in pensione. Tutti gli imputati si dichiarano ovviamente innocenti e fanno notare che la Procura ci mise un anno  prima di contattare il Comune per chiedere dei chiarimenti dopo aver ricevuto l’esposto anonimo il 15 febbraio 2011. “Se il danno erariale  che ci viene contestato aumenta progressivamente, perchè tempi così lunghi per l’accertamento dei fatti?”, si chiede Segalini.

I SINDACATI – Questa invece la posizione espressa in forma scritta dai Cgil, Cisl e Uil, che nel pomeriggio di venerdì hanno incontrato il sindaco e i dirigenti sulla questione (rsu e segretari di categoria).  “Il sindacato – si legge al primo punto – sin dal 2006 ha scelto la politica della stabilizzazione del personale, per garantire gli importanti servizi alla cittadinanza, come scuola e servizi sociali”. “Il Comune – prosegue la nota – non ha personale in esubero. Il numero dei dipendenti è quello che serve ai cittadini per garantire la qualità degli interventi”. Altro passaggio: “Le leggi che dettano le regole ai Comuni devono tener conto che i cittadini hanno bisogno di servizi”. Ultimo punto: “I 32 lavoratori non devono e non possono pagare perché lavorano. E’ assolutamente impensabile”.

Giuliana Biagi

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