Comune, da aprile parte ennesima riorganizzazione
Presentata venerdi mattina ai rappresentanti dei lavoratori del Comune l’ennesima riorganizzazione interna che partirà da aprile, l’ottava da quando è salito il centrodestra alla guida del Comune. Lungo l’incontro tra la folta rappresentanza dei lavoratori, il direttore generale Placchi, il direttore del personale Segalini, il dirigente del settore economico finanziario Viani e l’assessore Ceraso. Non è ancora chiaro tuttavia in cosa consisterà questa riorganizzazione, che si baserà sulle risultanze della ricognizione sull’operato dei singoli uffici, condotta da un soggetto esterno appositamente incaricato dall’amministrazione. Durissimo a questo proposito il rappresentante della Cgil in Rsu Giorgio Salami: “A parte i costi di questi consulenti esterni, che sarebbe interessante conoscere, va precisato che sono gli stessi che hanno prodotto lo studio sul Sed (servizio elaborazione dati) che non ha portato ad alcun risultato concreto, in pratica non è servito a niente”. Ricordiamo che il Sed è stato a lungo oggetto di illazioni circa la volontà dell’amministrazione di esternalizzarlo. Un processo che sembrava avviato con il passaggio di quattro dipendenti specializzati sotto la direzione dell’urbanistica e del vicesindaco Malvezzi. In realtà poi il processo di smembramento del srevizio è stato sospeso.
Ma la riorganizzazione che sta per partire si incrocia con un’altra, riguardante quattro settori dell’ente, basata sulle rilevazioni effettuate dallo scorso ottobre dall’Ufficio del Personale. Proprio oggi (venerdì 8 marzo) pomeriggio sono stati illustrati ai dipendenti del settore Entrate i contenuti che li riguardano. Riorganizzazioni che si incrociano e si intersecano, quindi, che agli occhi dei lavoratori sembrano partire sempre da zero e senza un obiettivo decifrabile, se non quello del risparmio. “Non ci vengano a dire che la qualità non cambia se i servizi vengono ridotti”, afferma Salami, riferendosi ad esempio al recente questionario sul gradimento delle scuole comunali che è servito alle Politiche Educative per vantare il successo della riorganizzazione (con taglio di personale precario) di un paio di anni fa. “Se le ore con attività realmente educative vengono tolte, non si può dire che la qualità rimanga inalterata. Sono circa 5000 le ore con valenza educativa venute meno”.
Il criterio principe per dare il via ad una seria riorganizzazione, secondo il rappresentante dei lavoratori, dovrebbe essere il Piano delle Performance, strumento di cui si è dotato il Comune (scaricabile dal sito). “A cosa serve se poi non lo si usa? La nostra impressione è che tutte queste riorganizzazioni derivino da input dettati da alcuni esponenti di giunta. Ma dopo quattro anni di Governo dovrebbero aver capito come funziona la macchina comunale e dove si debba intervenire. Invece ad ogni piè sospinto si vara una riorganizzazione senza capire che cosa produrrà, che cosa possa migliorare”. E si recrimina ancora la mancata applicazione dell’Indagine sul benessere lavorativo datata 2006 che aveva coinvolto tutti i dipendenti offrendo chiavi di lettura importanti – secondo Salami – per eventuali riorganizzazioni.
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