Cronaca

Asfissiato dall'azoto: rinvio a maggio, infarto per la difesa

E’ stato aggiornato al prossimo 24 maggio il processo contro Pietro Dordoni, legale rappresentante della Abs Italia, accusato di omicidio colposo per la morte dell’agronomo cremonese Cesare Franzini, 38 anni, agente di commercio che lavorava per conto della società. Dordoni, difeso dall’avvocato Francesco Giovannini, avrebbe violato le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e consentito il trasporto di azoto liquido “in mancanza di condizioni di sicurezza”. La sera del 29 gennaio del 2008 Franzini aveva caricato cinque contenitori per il trasporto di azoto nel baule della sua Opel Astra. Il giorno dopo, alle 8 del mattino, lasciata la sua abitazione di via Piave, si era diretto alla macchina, parcheggiata in via Montello. Nel bagagliaio c’erano due contenitori pieni di azoto e tre vuoti. Nell’abitacolo, senza i finestrini abbassati, si erano sprigionate esalazioni di azoto liquido. Salito in auto, non aveva fatto nemmeno in tempo ad accendere il motore che si era sentito male, accasciandosi sul sedile senza conoscenza. Per i consulenti della difesa, però, Franzini sarebbe morto di infarto, e non, come invece sostenuto dall’accusa, per esalazioni di azoto liquido. “Franzini era abituato a trasportare in auto contenitori pieni di azoto”, aveva detto Roberto Testi, direttore dell’Istituto di medicina legale di Torino, “non esiste un caso in cui qualcuno che trasportava contenitori d’azoto sia morto”. “E’ vero che l’azoto è pericoloso”, aveva continuato il medico legale, “e che ci sono delle norme di sicurezza, ma non è tossico. Diventa pericoloso solo in determinate condizioni”. Testi aveva poi parlato di una “preesistente patologia cardiopatica”. A parte le cause della morte, che quindi sarebbero da attribuire ad un arresto cardiaco, per l’altro esperto della difesa, Paolo Centola, professore di Ingegneria Chimica al Politecnico di Milano, “non c’erano concentrazioni di ossigeno pericolose all’interno dell’abitacolo”.  Si torna in aula a maggio per ascoltare gli ultimi cinque testimoni della difesa.

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