Cronaca

Da Bach a Piazzolla, Anna Serova suona la viola “Stauffer, 1615”

La violista Anna Serova – figura unica nel panorama concertistico internazionale tanto da ricevere negli ultimi anni dediche da alcuni dei più importanti compositori contemporanei, che hanno creato per lei un nuovo genere di composizione, unendo la forma del concerto all’azione scenica di un’opera di teatro – è la protagonista del terzo appuntamento della rassegna “Audizioni Al Museo”, ciclo di concerti e conferenze promossi da Comune di Cremona, Fondazione Stradivari e Cremonabooks per riscoprire l’opera della famiglia Amati, la più antica dinastia di liutai cittadini.

Domenica 10 marzo, alle 11, nella Sala San Domenico del Museo Civico di Cremona alla solista russa, accompagnata dalla pianista Jenny Borgatti, sarà affidata per un’audizione straordinaria la viola “Stauffer”, realizzata nel 1615 da Girolamo Amati – beché rechi l’etichetta indicante anche il nome del fratello Antonio –  ed oggi appartenente alla Collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale”.

Nello stesso periodo della costruzione dello strumento nasce il melodramma e con Claudio Monteverdi la musica esce dalle chiese e dalle corti. Nel 1637 s’inaugura a Venezia il primo teatro d’opera pubblico, In quest’epoca nasce anche l’orchestra moderna e gli archi conoscono un periodo di splendore grazie agli strumenti forniti dai grandi liutai cremonesi.

La “Stauffer” è testimone e protagonista di questa evoluzione: è infatti uno dei primissimi esemplari di viola contralto, più piccola e maneggevole della tenore, e quindi più adeguata ad una tecnica strumentale in continuo sviluppo.

Il  programma musicale scelto da Anna Serova segue l’alfabeto delle emozioni ma anche il corso della storia che vede la viola sempre più protagonista della scena musicale, con una ricognizione che parte dalla “Sarabanda” e “Giga” dalla Suite n.3 per violoncello BWV 1009 di Bach.

Nel clima appassionato e ardente del Romanticismo lo strumento assume quel ruolo solistico che in precedenza le era stato negato. Nel “Capriccio” di Henry Vieuxtemps l’affettuosità malinconica dello strumento si diffonde liberamente nel cantabile appassionato, nelle improvvise intensificazioni dinamiche e nella conclusione in mormorante pizzicato. Risuonano eco romantiche nel Romanza per viola e orchestra in fa maggiore op. 85 di Max Bruch,  mentre nella “Ciaccona” in sol minore per violino e basso continuo attribuita al musicista bolognese Tomaso Antonio Vitali – ma resa nota per la prima volta nel XIX secolo dall’edizione del violinista tedesco Ferdinand David -la forma della variazione basata su una breve progressione armonica del basso si scontra con una evoluzione armonica che raggiunge tonalità ‘lontane’ come Si bemolle minore o anche Re diesis minore, inusuali in epoca barocca ma molto vicine alla sensibilità novecentesca.

Decisamente inconsueta “Rêverie” per viola e pianoforte in re maggiore Giovanni Bottesini il ‘Paganini del contrabbasso’. Il brano è tratto dal manoscritto autografo, conservato presso la Biblioteca Statale di Cremona, ed Anna Serova ha redatto la trascrizione moderna. Compito, quest’ultimo, che ha messo in rilievo alcune curiosità, come la scrittura in chiave di tenore per violoncello dello spartito e della parte staccata, che contrasta con la dicitura “Reverie per Viola” sul frontespizio, ma che rientra in quella possibilità di interscambio tra i membri della famiglia degli archi che caratterizzava le stesse performance del Bottesini virtuoso. La composizione si caratterizza per un dialogo – anche serrato – dei due strumenti nel quale, partendo da un brevissimo ma incisivo nucleo melodico più volte proposto dal pianoforte, la viola prende lo slancio per innalzarsi e percorrere tutta la sua estensione.

Infine, con “Oblivion” e “Libertango”, un omaggio a Piazzolla che alla struggente poesia del tango sa aggiungere ogni possibilità dell’armonia e del contrappunto, politonalità, scale modali e perfino momenti di musica aleatoria.

Buona parte del programma è inserito nel CD “Viola Collection”, inciso da Anna Serova proprio con la Amati “Stauffer”, premiato da significativi riconoscimenti della critica e segnalato da ITUNES tra le novità interessanti del 2011 ma finora mai presentato ufficialmente a Cremona.

Il concerto sarà preceduto – sabato 9 marzo, alle 16,30, in sala Puerari – dalla conferenza “Il DNA degli Amati”. Fausto Cacciatori, conservatore della collezione “friends of Stradivari” e storico della liuteria, ripercorrerà le vicende della famiglia di liutai dal rinascimento agli albori dell’età dei lumi, quando, nella bottega degli Amati si realizzò quella straordinaria alchimia che coniugando tradizione e innovazione, metodo costruttivo e conoscenza empirica dei materiali, uso della forma interna, capacità di trovare i profili migliori ed i giusti spessori permise di codificare una cultura di prodotto ancora oggi forte e radicata nell’identità cremonese.

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