Cronaca

MdV, Statuto ok La parola passa agli altri soci

Dopo due ore di discussione, la commissione Cultura del Comune ha approvato venerdì sera la bozza di Statuto della Fondazione Museo del Violino, in una versione leggermente modificata rispetto a quella presentata il 27 febbraio. Dei sette emendamenti presentati (sei da Ferdinando Quinzani) solo tre erano stati ritenuti ammissibili dai soci della Fondazione e quindi sono votati per consentirne l’accoglimento nella bozza. I tre non ritenuti accettabili sono stati posti ai voti, pur essendo noto che non sarebbero comunque entrati nella bozza, anche in caso di maggioranza favorevole. Questi ultimi riguardavano i punti più controversi dello statuto, a cominciare dalla ineleggibilità nel Cda e nel Consiglio generale di coloro che hanno incarichi politici ed elettivi, quali consiglieri e assessori di Comune, Provincia, Regione o parlamentari. Non è stata accolta la proposta di ampliare la rappresentanza del consiglio comunale  nel Consiglio generale, organo di controllo dell’operato del Cda e di consentire al sindaco maggiore libertà di scelta del secondo membro di diritto del Comune nel Cda stesso. La sintesi di due ore di dibattito può essere condensata in un intervento di Gianfranco Berneri (Pd): “Mi pare che ci abbiate riunito per approvare un documento non emendabile. Almeno adesso è chiaro”. Di fatto, quello che è uscito dalla commissione e verrà posto ai voti in Consiglio l’11 marzo resta una bozza, che diventerà definitiva con l’approvazione degli altri soci, privati e pubblici, della Fondazione MdV. La bozza così modificata è stata approvata dai consiglieri di maggioranza, da Schifano (Idv) e da Santo Canale (Cremona nel cuore); astenuti i due consiglieri Pd; unico contrario Quinzani.

Nell’ottica di una maggiore partecipazione democratica, il consigliere Daniele Bonali (Pd) ha proposto l’istituzione di una ulteriore commissione estesa ai soci della Fondazione, in primis la fondazione Arvedi Buschini, artefice del recupero milionario di palazzo dell’Arte e di piazza Marconi, oltre a Camera di Commercio, Provincia, Banco Popolare, Lafin: Perri ha riposto negativamente sottolineando la natura giuridica privata del soggetto che gestirà il Museo. “Il Museo sarà un fattore di traino per l’intera collettività cremonese – ha aggiunto Bonali – La fondazione Arvedi Buschini ha fatto un regalo alla città, ma servirà l’apporto di tutti per farlo funzionare. Sarebbe stato opportuno consentire alle varie componenti del consiglio comunale una più ampia partecipazione a questo dibattito”. Lo stesso Pd a fine 2012 aveva chiesto al sindaco un’estensione della discussione sullo Statuto anche alle commissioni bilancio e affari istituzionali, strada non perseguita. Lo sforzo economico che i soci fondatori dovranno sopportare d’ora in poi non è ancora definito e verrà deciso dal Consiglio Generale della Fondazione. Per ora il Comune – ha spiegato Perri – ha stanziato 200.000 euro per le spese di funzionamento e 75.000 circa per oneri assicurativi. Di sua competenza anche il pagamento degli attuali due conservatori dei beni liutari della collezione civica, i maestri Mosconi e De Lorenzi, che continueranno a prestare servizio nella nuova sede museale.

Giuliana Biagi

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