Profughi dalla Libia, scade la proroga Ma è ancora emergenza per 100 persone
Mentre ci risponde al telefono don Antonio Pezzetti, direttore Caritas, sta accompagnando un ragazzo nigeriano a San Giovanni in Croce, dove, a forza di dai e dai, gli è stato trovato un posto di lavoro in una piccola azienda e il proprietario gli ha anche procurato un alloggio. Una buona notizia, ma una goccia nel mare. Sono ancora un centinaio i profughi dalla Libia sbarcati nel 2011 a Lampedusa accolti dalle strutture della Caritas diocesana, 85 nella Casa dell’Accoglienza, gli altri in comunità del territorio come alcune parrocchie o la “Zolla”. Lo scenario non è per niente tranquillizzante. Tra una manciata di giorni, il 28 febbraio, scade la proroga di 60 giorni fissata dal governo per decretare la fine dell’emergenza umanitaria e circa 15.000 persone, sbarcate a Lampedusa e accolte soprattutto in strutture alberghiere o di cooperative di tutta Italia, saranno congedate con un bonus di 500 euro. Il Viminale – come scrive oggi “La Repubblica” – ha ordinato alle prefetture di approntare i titoli di viaggio per i profughi, cioè il documento che, in assenza di passaporto, può consentire la libera circolazione in Italia, e soprattutto quelle che vengono definite “misure per favorire percorsi di uscita”.
“Il problema non sono i profughi ospitati nelle nostre strutture”, spiega don Pezzetti, “la Caritas ha sempre detto che il 28 febbraio sarà un giorno come il 1 marzo. Non manderemo via nessuno, soprattutto in una stagione che è ancora molto fredda. Piuttosto, qualche motivo di preoccupazione viene dalla prospettiva dei circa 15.000 profughi ospitati in strutture di tipo alberghiero che chiuderanno le porte (perché il Governo non le pagherà più, ndr) e quindi si riverseranno sul territorio”.
Il rammarico maggiore è dato dal tempo perso e dalle occasioni mancate, come quella di utilizzare i circa 100.000 euro che l’Europa e le singole nazioni avrebbero dovuto utilizzare per favorire l’inserimento lavorativo di queste persone. “Da mesi se ne parla, ma ancora 15 giorni fa l’Agenzia regionale che segue il progetto non dava nessuna disposizione operativa. Sulla carta, si tratterebbe di 5000 euro per persona da attribuire alle aziende come incentivo all’assunzione. Questa misura, combinata con rilascio del permesso di transito in Italia ed Europa, avrebbe potuto garantire un futuro a molte persone. Purtroppo così non è stato”.
La Caritas promette di tener duro, ma quale impatto sociale avranno i 15000 che presto saranno sulla strada? Finora, secondo quanto riportato da Repubblica, lo Stato ha speso “un miliardo e 300 milioni di euro, 46 euro a persona per ogni giorno di ospitalità che salgono ad 80 per i minori”.
g.b.
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