Cronaca

Cercava lavoro, ha trovato la morte in una cascina abbandonata Marocchino ucciso da monossido

foto Sessa

AGGIORNAMENTO – E’ morto per avvelenamento da monossido di carbonio nella cascina diroccata sulla via Mantova appena prima dello svincolo per il Centro Commerciale CremonaDue. Ad ucciderlo un piccolo braciere che usava per scaldarsi in queste fredde notti di febbraio. E’ un marocchino clandestino, di una trentina d’anni, arrivato in città da qualche mese. A trovarlo è stato un altro nord africano che lavora ed abita a San Felice. Lo vedeva quasi tutti i giorni. A volte parlava con lui, gli dava un po’ di cibo e qualche abito. Da dieci giorni non lo aveva più incrociato per strada. Non sapeva dove fosse finito. Questo pomeriggio, intorno alle 14, aveva deciso di andarlo a cercare, per quel senso di solidarietà che si prova quando si è lontani dalla propria terra. Sapeva che aveva trovato alloggio in quel cascinale fatiscente. Al primo piano, in una stanza di due metri per due a cui si accede da un terrazzino. Era l’unica parte della cascina dove si poteva sperare di lasciare fuori il freddo, grazie ad una porta di metallo che fortunatamente non era stata divelta. Salito al primo piano, il marocchino di San Felice ha aperto la porta ed ha trovato il giovane connazionale morto, sotto le coperte. Accanto un piccolo braciere, gli avanzi della cena di qualche giorno fa, qualche coperta ed un vecchio cappotto. Subito ha chiamato il 118. I medici non hanno potuto far altro che constatarne la morte. Sul posto anche i carabinieri e i vigili del fuoco. Probabilmente il giovane clandestino era morto da qualche giorno. L’autopsia chiarirà la causa del decesso, ma chi è intervenuto è quasi certo che sia stato quel braciere che in una notte ha saturato di monossido la piccolissima stanza, uccidendolo. Il marocchino di San Felice, immigrato con regolare permesso di soggiorno, è stato portato in caserma a Vescovato per rilasciare dichiarazioni sul ritrovamento del connazionale. I vigili del fuoco hanno dovuto utilizzare una gru a cestello per calare il corpo dell’uomo dalla terrazzina. Il povero immigrato deceduto è all’obitorio in attesa dell’autopsia già disposta dal magistrato per lunedì. Al piano terra della cascina abbandonata i resti di altri pernottamenti probabilmente in stagioni migliori. Al piano superiore, lo stanzino dove il giovane immigrato arrivato in cerca di lavoro ha trovato la morte in una fredda notte di febbraio.

Galleria fotografica di Francesco Sessa

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