Commercio in difficoltà, spaventa di più il caro-affitti della grande distribuzione
Il piccolo commercio è più spaventato dal caro – affitti che dalla concorrenza della grande distribuzione. Quasi la metà dei commercianti dichiara di essere “molto” preoccupato dai canoni da pagare mensilmente, mentre una quota inferiore (il 35%) è “molto” preoccupato da centri commerciali e grandi piattaforme di distribuzione.
L’indagine svolta dal Cersi (Centro di ricerca e sviluppo per l’imprenditoria) per conto della Camera di Commercio, presentata qualche settimana fa, parla molto chiaro in proposito.
455 i commercianti del centro di Cremona che hanno risposto alle domande del questionario; al quesito sulle “preoccupazioni circa le potenziali minacce al proseguimento dell’attività”, 222 hanno messo al primo posto la questione degli affitti e 159 la concorrenza dei giganti della grande distribuzione. Quest’ultimo aspetto preoccupa in maniera meno significativa: 48 operatori (il 10,55%) si dicono addirittura “per nulla” preoccupati dai centri commerciali; 89, ossia il 20% sono “poco” preoccupati; 125 (il 27,47%) “abbastanza preoccupanti”.
Al contrario, la sostenibilità dell’affitto è un aspetto “per nulla” preoccupante soltanto per 44 commercianti su 455; “poco” preoccupante per 38 (8,35%); “abbastanza” per 99 commercianti (il 21,7%) e, “molto preoccupante” per 222 operatori, il 48,79%.
L’assillo dei centri commerciali resta uno spauracchio soprattutto per le associazioni di categoria (vedi i ripetuti attacchi di Confcommercio al Pgt e alle nuove potenzialità insediative lungo via Mantova), ma è probabilmente una realtà con cui gli operatori del centro si sono rassegnati a convivere.
Altri aspetti che preoccupano i “piccoli”, sono la diminuzione della clientela (il 53% afferma di essere molto preoccupato; solo il 9% non lo è per nulla) nonché la “costante e progressiva diminuzione della marginalità dei miei affari” (“molto” preoccupato il 44%; “poco” preoccupato il 3,3%).
Anche l’indebitamento con le banche è una ferita aperta (molto preoccupati 159 commercianti su 455), mentre il commercio on line comincia a venire percepito come un temibile concorrente (poco preoccupato il 22,2%; molto preoccupato il 20,22%).
Intanto continuano a svuotarsi le vetrine del centro città: un tratto di corso Garibaldi rischia di restare spento, con l’annuncio di due nuove chiusure (It e Pinalli) che a breve andranno ad aggiungersi a cessazioni di vecchia data come quella della Casa del Bottone, su cui campeggia da tempo il cartello “cedessi negozio storico”.
Giuliana Biagi
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