Cronaca

Traffico e smog: tragitto casa-scuola in auto anche quando non serve Molti genitori non rinunciano all'uso della macchina

Aria costantemente irrespirabile, ma le abitudini delle famiglie con bambini restano le stesse di sempre nonostante sia nota l’incidenza dell’uso dell’auto – oltre a quella degli impianti di riscaldamento – sulla concentrazione di inquinanti. Nella stagione di punta per Pm10 e 2,5 e ossidi di carbonio, le famiglie continuano a privilegiare l’automobile per portare i figli a scuola, anche se la residenza non supera un chilometro dalla scuola e anche se non si ha il bisogno di razionalizzare gli spostamenti scuola-lavoro (si parla quindi di situazione in cui la macchina potrebbe rimanere parcheggiata). La quota di chi usa l’auto sale addirittura all’80% tra coloro che abitano entro i 5 km dalla sede scolastica.

I dati sono tratti dallo studio realizzato dai pediatri di famiglia di tutta la provincia e coordinato dall’Asl attraverso il medico Giovanni Fasani, uno dei più noti pediatri cremonesi. L’indagine, che non ha la pretesa dell’indagine scientifica, è stata avviata nel 2010, ha coinvolto attraverso questionari ben 2284 famiglie con bambini di età compresa tra i 6 mesi e gli 11 anni e ha lo scopo di indagare la percezione delle malattie respiratorie nell’infanzia e dei fattori potenzialmente inducenti tali patologie. E’ stata presentata in pubblico qualche mese fa ma alcune delle sue parti, complice la necessità di sintesi giornalistica, non hanno avuto il risalto che avrebbero meritato. Eccole, allora, nel dettaglio, alla luce dello smog che in questi giorni sta schiacciando Cremona.

“I dati di percezione dei genitori in merito alla frequenza delle malattie respiratorie – si legge nello studio –  indicano come il 75% (1712) dei bambini si siano ammalati da 1 a 6 volte nel corso dei 12 mesi precedenti la somministrazione del questionario: numero che rientra nella normalità della casistica di malattie respiratorie nell’infanzia indicata in letteratura, mentre solo il 6,4% (n.147) dei questionari riportava una segnalazione di malattie superiori a 6 (da 7 a 22)”.

Ma veniamo alle abitudini di mobilità. Gli intervistati risiedono per la maggior parte in zone da loro stessi considerate poco trafficate (ha risposto in tal senso l’81,2%) e solo per il 17,8% in zone ad alta densità di traffico.

“In una successiva domanda – si legge ancora nello studio – è stato richiesto di indicare a quale distanza dalla scuola risiedessero i soggetti intervistati (…). Il 40,2% dei soggetti intervistati abitano a meno di 1 Km dalla scuola, la percentuale sale a 83% se consideriamo una distanza inferiore ai 5 Km, ma più della metà dei genitori ha indicato di utilizzare l’auto per raggiungere la scuola, mentre l’utilizzo della bicicletta viene segnalato in pochissimi questionari nonostante la distanza sia assolutamente percorribile con questo mezzo”.

L’auto viene utilizzata anche da chi, come già ccennato, non ha necessità di razionalizzare gli spostamenti scuola-lavoro: “Il 25,3% (n.578) dei questionari raccolti indicavano l’opzione “casalinga” o “disoccupata” in relazione all’occupazione della madre e di questi solo 40 indicavano una distanza della scuola dall’abitazione superiore a 5 Km”.

“Risulta interessante – commentano i pediatri nell’interpretare le risposte al questionario – la distribuzione dei soggetti definiti “allergici” rispetto alla zona di residenza, infatti nelgruppo di residenti in zone con poco traffico i soggetti definiti “allergici” sono il 16,5% mentre nel gruppo di residenti in zone con molto traffico i soggetti definiti “allergici” salgono al 18,9%. Il dato, però, potrebbe non essere riferito alle sole allergie respiratorie come già segnalato (respiratoria, alimentare,……). Sarebbe opportuno educare i genitori che percepiscono la propria zona di residenza gravata da intenso traffico a verificare ed informarsi sulle concentrazioni giornaliere degli inquinanti, dati ormai facilmente reperibili su siti specifici con la possibilità di ottenere informazioni dettagliate sul proprio comune diresidenza, in particolare nelle famiglie con soggetti a rischio la verifica della situazione degli inquinanti atmosferici è utile per programmare l’attività fisica all’aria aperta e per educare a comprendere la variabilità dei sintomi con il variare dei livelli degli inquinanti presenti”.

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