Cronaca

Salvini: 'Maroni in Regione fa paura, ci attaccheranno ancora con falsità'

foto Sessa

E’ giunto con oltre un’ora di ritardo – stava terminando una cena elettorale a Milano con Maroni – ma alla fine, attorno alle 22, ce l’ha fatta Matteo Salvini a presentarsi al folto gruppo di simpatizzanti e militanti della Lega Nord riuniti in sala Rodi. Un Salvini in veste pacata (mentre più sanguigno è stato il segretario provinciale Simone Bossi), per sostenere la necessità di votare Roberto Maroni (“una volta tanto, noi lombardi dobbiamo fare i nostri interessi”) e di costituire così, insieme a Cota e Zaia una forza d’urto dirompente nei confronti di Roma e di Bruxelles. Salvini accantona insulti e attacchi diretti agli avversari (“l’ho fatto due anni fa a Milano contro Pisapia, e non ha pagato”) e si rivolge non solo alla platea di militanti ma anche alla borghesia intellettuale. Non per nulla – spiega – la cena milanese era con 200 persone, molti professinisti, insomma la Milano bene che ha sempre guardato la Lega con sufficienza, ma ora le cose sono cambiate. Poi  scalda gli animi con i problemi di tutti: lavoro, tasse, ticket sanitari, canone Rai. “Monti dice di aver portato a casa un buon risultato da Bruxelles, 1,5 miliardi per le zone svantaggiate, cioè per il sud. Ma uno non può essere eternamente svantaggiato … intanto però all’agricoltura toglieranmo 4 miliardi”. Tornano temi cari alla Lega di sempre, come la Lombardia quarta potenza d’Europa e il municipalismo: “Il giorno dopo che sarà eletto, Maroni incontrerà tutti i 1580 sindaci della Lombardia, anche quelli di sinistra”; e ancora la difesa delle Province (“Sono già ridotte a stecchetto, non si toccano”).

I sondaggi darebbero a Maroni in leggero vantaggio su Ambrosoli, e allora scatta la sindrome d’accerchiamento: “La Lega al governo della Lombardia fa paura perchè dopo sessant’anni a Roma sarebbero costretti a fare quel che non hanno mai fatto, cioè lavorare. Si stanno mobilitando tutti per impedirlo, da Rifondazione a Monti, passando per la Cgil. Mi aspetto nei prossimi giorni altri attacchi contro Maroni o la Lega, come quelli di Finmeccanica (il ventilato coinvolgimento della Lega era stato descritto poco prima una bufala dalla deputata uscente Silvana Comaroli, ndr) … ma noi non fidiamoci. Votiamo una volta tanto per i nostri interessi, questo è un voto di legittima difesa: noi proponiamo di trattenere qui i tre quarti delle nostre tasse. Ci dicono che non va bene, beh, rispondiamo che adesso abbiamo diritto a un po’ di egoismo: la Lombardia paga all’anno 3,5 miliardi per i debiti delle Regioni che non riescono a pareggiare i conti della Sanità. Ora ci dispiace, ma non possiamo più farlo, perchè i problemi li abbiamo anche noi”.

In precedenza, Comaroli aveva enumerato le tante iniziative legislative della Lega bocciate in parlamento (eravamo 8 su 100) ma ora fatte proprie dai concorrenti alle elezioni, ad esempio la riformulazione dell’Imu. Un tema che scalda gli animi è quello della Sicilia, la terra dove i forestali giocano a carte (citazione di un’inchiesta di Report) e dove, aggiunge Bossi, “ad ottobre lo Stato ha ripianato un debito di 900.000 euro mentre al mio Comune, San Bassano, ne tagliava 53.000 mettendo in serio pericolo il bilancio. Non siamo più una repubblica basata sul lavoro, ma sul precariato e sui conti che non tornano”.

g.b.

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