Cronaca

Tamoil, dentro il cantiere di bonifica delle Canottieri e dell'area residenziale Stimati tre anni per il ripristino

http://www.youtube.com/watch?v=CDhk0IMfD80

Foto Sessa – video Filippini

Ripristino ambientale delle aree canottieri Bissolati, Cral Tamoil e area residenziale esterna alla Raffineria. Gli impianti sono già stati tutti trasportati. Ora nel cantiere si sta provvedendo alla loro istallazione per arrivare ad attivarli a fine mese. Un intervento importante che si stima durerà due o tre anni e che si serve di tre impianti differenti per estrarre il surnatante, ossia il materiale inquinante, dal sottosuolo.

Il primo impianto si chiama Pump & Treat. Si tratta di pozzi a due pompe per le acque, che realizzano un’aspirazione cosiddetta “separata”, dividendo già nel pozzo acqua e olio. E’ posto sul perimetro dell’area di intervento e delimita la zona interessata dal ripristino rispetto al fiume Po. Il secondo impianto – nella parte centrale d’intervento – si chiama MPE (Multi Phase Extraction): recupera liquidi, gas e meteriale inquinante, li separa e li tratta. Poi li scarica in fognatura o li emette in atmosfera nel rispetto dei limiti di emissioni di scarico. L’ultima tecnologia che è lo Sve (Soil Vapor Extraction) che estrae gas dal sottosuolo attraverso due pozzi profondi 6 metri nel giardino di una villetta vicino al parcheggio della Bissolati. Tratta il vapore attraverso dei filtri a carbone attivo granulare e poi lo emette pulito in atmosfera.

28 pozzi verticali, 6 orizzontali, 800 metri di perforazione, 5 chilometri tra tubi e cavi su un’area di circa 4mila metri quadrati. Con una particolarità: la strada sull’argine continuerà ad essere transitabile e le canottieri fruibili grazie all’adozione di tecnologie all’avanguardia nell’ambito della bonifica.

“Noi trattiamo acqua e gas – ha spiegato l’ingegnere Emanuele Betti, capo progetto Saipem – e la stessa acqua trattata viene utilizzata per raffreddare l’impianto, dunque non abbiamo bisogno di altre utenze e l’impianto è autosufficiente. In più le tecnologie ci consentono di limitare gli stoccaggi e i trattamenti successivi in altri siti. Questo garantendo, per quanto riguarda sia l’ingombro dell’impianto che il layout, ossia l’estetica, il minimo impatto e la transitabilità dell’area interessata”.

I basamenti degli impianti sono fatti in modo tale da poterli spostare velocemente in caso di piena del fiume. I serbatoi (dipinti di verde) fungono da carta assorbente per le gocce d’olio. L’area di prato dove si sta scavando i pozzi (alla Bissolati e al Cral Tamoil) ad aprile verrà ripristinata. Il tutto è sottoposto a monitoraggio continuo da parte di Saipem, che si occupa della realizzazione, gestione e manutenzione dell’impianto, da parte di Tamoil, il committente dell’opera, e da parte dell’Arpa come ente di controllo. L’intervento (progetto di Urp e attività operativa della ditta Reggiani) è stato approvato dagli Enti istituzionali che dovranno vigilare sull’evoluzione dell’opera fino al raggiungimento dei target di ripristino.

Nulla ancora per quanto riguarda l’area vera e propria della Raffineria. La bonifica inizierà soltanto quando si saprà con esattezza quale sarà la sua destinazione d’uso.

Galleria fotografica di Francesco Sessa

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...