Licenziamenti, il 2013 inizia male A Cremona sono aumentati del 33%
Comincia male il 2013. Cresce ancora il numero di licenziamenti, dopo il boom registrato nel 2012. A gennaio se ne sono contati già 265 in provincia di Cremona. L’aumento, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, è del 32,6%. Dati poco incoraggianti quelli elaborati da uffici Cgil sulla base degli elenchi della sottocommissione regionale per le politiche del lavoro. Ben 120 di questi licenziati provengono da aziende con più di 15 dipendenti, numero che vale un incremento del 275% rispetto allo scorso gennaio. I restanti 145 (-14% nel confronto con gennaio 2012) arrivano dalle piccole realtà, con meno di 15 dipendenti.
IN LOMBARDIA OLTRE 7MILA LICENZIATI
Complessivamente in Lombardia i licenziamenti sono stabili ma a livelli sempre elevati: 7.070 (-4,72% rispetto a 12 mesi prima), nel dettaglio 3.059 (+29.89%) da grandi aziende e 4.010 (-20,67%) da quelle al di sotto dei 15 dipendenti.
DOSSIER CGIL: “PREVISIONI NEGATIVE”
In regione, scrive la Cgil nel suo dossier, “le prospettive non sono incoraggianti e prevedono un ulteriore calo della produzione industriale e la conseguente riduzione del tessuto produttivo e commerciale, in particolare quello delle piccole aziende e del comparto artigiano”. “Occorre intervenire – prosegue – per sostenere i settori industriali e commerciali, i consumi, difendere lo stato sociale e affrontare efficacemente le questioni strutturali del Paese reale, a partire dalle mancate politiche industriali che, insieme alla grande evasione, alla corruzione devastante e alle infiltrazioni mafiose, devono essere affrontate e risolte”.
CASSA INTEGRAZIONE, CALO IN PROVINCIA
MA SOFFRONO SEMPRE PIU’ EDILIZIA E COMMERCIO
Nell’area lombarda, sempre secondo i calcoli del sindacato, a gennaio 2013 c’è stata una significativa crescita delle ore autorizzate di cassa integrazione: +56,94% (21.250.320 ore) rispetto a gennaio 2012. In provincia si osserva complessivamente un calo: -25.8% (270.171 ore). Ordinaria a 252.234 ore (-24,65%) e deroga a 17.937 ore (-38,83%). Fra i settori del nostro territorio, soffrono in particolare l’edilizia (+93,13%, 43.219 ore) e il commercio (+63,43%, 4.885 ore).
Michele Ferro
© RIPRODUZIONE RISERVATA