Acqua al soggetto unico, non è l'abbandono della privatizzazione
La notizia dell’accordo raggiunto in regione Lombardia per un affidamento provvisorio del servizio idrico integrato è stata presentata come la svolta, l’abbandono definitivo del progetto di privatizzazione. Non sarei così ottimista viste le precisazioni rilasciate alla stampa dal presidente Salini, né mi pare che si possa giudicare questo accordo come un insperato traguardo.
Innanzi tutto Padania Acque è l’unico soggetto esistente sul territorio che oggi si occupa di acqua e quindi, vista la necessaria continuità del servizio, non si vede a chi altri possa essere conferito. L’affidamento transitorio non dipende da un virtuoso o estorto ripensamento del presidente Salini, è una scelta obbligata (come già detto) che può essere solo provvisoria vista la struttura societaria di Padania Acque spa. Dunque la vera novità è che questo 2013 sarà un anno “di prova”. E su quali elementi Padania Acque a fine anno dovrà “passare l’esame”? Si legge che si faranno “opportune valutazioni in corso d’opera” che riguarderanno le decisioni che nel frattempo assumerà l’Authority nazionale sulla tariffa e la capacità effettiva da parte delle amministrazioni pubbliche di svolgere il controllo analogo di gestione. Ancora una volta si decide di rinviare la decisione definitiva dribblando la vera scelta politica, che dovrebbe dipendere in primo luogo dall’attuazione dell’esito referendario.
E cosa accadrà tra un anno? Senza la modifica di alcuni elementi di fondo Padania Acque è destinata a una sonora “bocciatura” perché gli enti locali non saranno in grado di esercitare il “controllo analogo” (che non è solo formale) previsto dalla legge sulla società così com’è costruita oggi. Basta leggere lo statuto di Padania Acque e si capisce chi comanda e di quale natura è la società.
Vale la pena poi di ricordare che ancora oggi il piano d’ambito su cui Padania Acque dovrebbe lavorare non è stato mai approvato dai sindaci (che anzi ne hanno richiesto la revoca) ed è colpito da ben due ricorsi; gli unici ad averlo apprezzato sono lo stesso Ufficio d’Ambito (e neanche tutto) che l’ha emesso e la Giunta Provinciale, da sempre schierata a favore della privatizzazione.
Allora invece che andare a verificare la bontà e la praticabilità di quella scelta in house nei prossimi dieci mesi (tempo ridicolmente breve anche per chi non si intenda di processi aziendali) bisognerebbe mettere nero su bianco il processo di modificazione della struttura societaria di Padania Acque in modo che la stessa possa essere controllata direttamente dagli enti locali, così come stabilito dal Consiglio Provinciale poche settimane fa. Dal piano d’ambito vanno poi esplicitamente eliminati la scelta della società mista e la remunerazione del capitale investito, tuttora presente in tariffa. L’Ufficio d’Ambito ha già tutti gli elementi per mettersi al lavoro. Allo stesso modo il prossimo (rinnovato) consiglio regionale farà bene ad occuparsi prima possibile della totale riscrittura della pessima legge regionale sul servizio idrico uniformandola finalmente agli esiti referendari.
Francesca Berardi
candidata alle elezioni regionali per Etico a Sinistra
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