Cronaca

Cento telecamere per controllare Cremona L'ambizioso progetto di videosorveglianza non trova sponsor privati

Il Comune cerca fondi privati per far diventare Cremona una delle città più videosorvegliate d’Italia. Trentatré telecamere sono già in funzione ed altre 60 sono in cerca di sponsor, secondo il progetto messo a punto dalla Prefettura e dal Comune di Cremona ed illustrato qualche giorno fa in commissione Sicurezza prima che Perri passasse le consegne dell’assessorato che aveva tenuto ad interim a Francesco Bordi. “Un grande fratello” che sorvegli costantemente Cremona e che eviti quanto la cronaca di questi giorni ha riportato (scritte sui muri, esplosivi alle banche, vandalismi in centro). Il disegno è chiaro: una serie di anelli concentrici di videosorveglianza che partendo dalla tangenziale urbana, arrivino fino al centro città con un occhio sulle porte cittadine e sulle direttrici principali. I cremonesi potrebbero trovarsi in un grande ‘The Truman Show’, sorvegliati in continuazione ma più sicuri.
Il progetto però è in alto mare per quanto riguarda i fondi. Giovedì si è riunito in Prefettura il coordinamento interforze allargato che ha preso atto di come la risposta di banche, associazioni e categorie per finanziare il progetto sia stata quasi nulla. Quanto raccolto non basterebbe nemmeno a far partire il piano con le prime telecamere. “Sono necessari gli sponsor – ha detto il neo assessore alla Sicurezza Francesco Bordi – perché in questo momento il Comune ha difficoltà a trovare i fondi. Anche Aem è coinvolta, nel senso di trattamenti agevolati per l’istallazione degli impianti di videosorveglianza. Stiamo cercando i soldi: questo è un progetto che deve essere portato avanti per la sicurezza della città e per risalire ad eventuali responsabili di vandalismi o reati”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...