Cronaca

Strappo Ascom-Giunta, Confesercenti: 'Mazzata anche la media distribuzione'

Scatena polemiche su polemiche l’attacco dell’Ascom all’amministrazione comunale sulla variante generale al Pgt “colpevole”, secondo i commercianti, di aprire a nuovi insediamenti commerciali in un periodo nero per gli esercizi del centro di Cremona (leggi l’articolo). Dopo la risposta del Comune (“Attacco infondato. Si tratta solo di medie strutture per creare lavoro ai giovani” – leggi l’articolo), anche la Confesercenti prende posizione. “Il Comune parla di medie strutture? – dice il direttore Giorgio Bonoli – Le medie strutture arrivano fino a duemila e 500 metri quadrati, sono aree come l’Italmark o l’Esselunga per intenderci. Si tratta comunque di metrature notevoli che costituirebbero danni ulteriori al centro cittadino. Se adesso i piccoli commercianti che hanno negozi di vicinato (fino a 250 metri) sopravvivono, la variante al Pgt con la possibilità di nuove aperture è la definitiva mazzata’. “Si tratterebbe di un colpo pesantissimo – continua Bonoli – che manderebbe in frantumi tutto il lavoro fatto sui distretti urbani, a cui partecipa anche il Comune, per riportare la gente in città”. “Non solo – conclude il direttore di Confesercenti – ci sono decine di licenze dormienti di grande distribuzione che, da un giorno all’altro, potrebbero iniziare i lavori. E allora la Giunta vuole collegare Gadesco a Cremona attraverso le medie-grandi strutture commerciali?”.

LA REPLICA DELL’ASCOM: “PIU’ MEDIE SUPERFICI FANNO UN CENTRO COMMERCIALE”

Immediata la replica dell’Ascom attraverso il presidente Claudio Pugnoli: “la posizione del vicesindaco Malvezzi e del consigliere Fasani è tanto debole quanto surreale. La loro difesa cerca di legittimare le ragioni del Pgt giocando sulle incomprensioni e mistificando, persino, le osservazioni che, come Confcommercio, abbiamo voluto evidenziare. Siamo consapevoli che si tratta di medie strutture. Diversamente non le autorizzerebbe il Comune, ma la Regione. Ma, tutte insieme, in un unico polo hanno sul centro commerciale naturale del centro lo stesso impatto di una grande distribuzione. Il procedere con le medie superfici di vendita è una scelta di comodo degli amministratori dettata semplicemente dal voler accelerare l’iter di approvazione dello spazio commerciale. Ma, nel complesso (ed è una realtà inconfutabile) si tratta di 15mila metri quadrati. Questi sono i fatti: 15mila metri quadri che creano un nuovo polo di attrazione che avranno una ricaduta pesantissima sulle imprese del centro. Che bisogno c’è di creare una nuova area di fronte a un evidente e progressivo impoverimento del centro. Che già paga colpe di una amministrazione poco attenta in tema di parcheggi, viabilità, ztl, promozione del turismo etc. I dati sulla mortalità delle imprese sono drammatici. Vogliamo, in questo modo, renderli ancora più severi? Anche per quanto riguarda il lavoro il bilancio rischia di essere negativo. Si dovrebbe considerare che le imprese che si vedranno costrette a chiudere dovranno licenziare i loro dipendenti in numero sicuramente superiore a quanti verranno riassorbiti dal nuovo polo. Non sono queste le opportunità di cui ha bisogno la città. Così come ugualmente inaccettabile è che si accusi la Confcommercio di non aver partecipato ai lavori. Da sempre cerchiamo di mettere a disposizione delle amministrazioni la nostra esperienza quotidiana, il nostro vivere nella comunità e l’essere un osservatorio privilegiato. E’ auspicabile che si recuperi la volontà di un confronto con le categorie: un gesto di responsabilità di cui la città ha bisogno”.

IL PD: “NON C’E’ UNA COERENTE IDEA DI CITTA’ SOSTENIBILE”

Intervengono per il gruppo Pd Maura Ruggeri, capogruppo Pd e Annamaria Abbate, consigliere PD e membro commissione territorio:”In Consiglio comunale il gruppo del PD ha votato contro la variante del  PGT  di questa amministrazione guidata da Perri e Malvezzi, contenente  la  possibilità  di espansione delle aree commerciali all’interno di aree che all’origine erano destinate esclusivamente all’ambito produttivo. Quando si parla genericamente di “quote residuali, fino ad un massimo del 10%, dove poter aprire negozi” si dovrebbe specificare il 10% di cosa, altrimenti non si percepisce di cosa stiamo parlando. A San Felice, ad esempio si sta parlando di ben 20000 mq su 200.000. Un’area enorme”.
“Guardando alla crisi attuale – continuano le democratiche – sarebbe necessaria una pianificazione per creare innanzitutto lavoro. Si dovrebbero dedicare adeguate risorse per attrarre con incentivi soggetti che si inseriscano nelle aree produttivo e creino posti di lavoro. La prima cosa di cui abbiamo bisogno sono i siti produttivi, quelli che generano lavoro.  Invece, quest’amministrazione ha legato gli insediamenti produttivi a quelli commerciali, con il risultato che non si attraggono soggetti capaci di creare posti di lavoro e si aggrava ulteriormente la crisi delle dei negozi di vicinato e delle botteghe del centro”.
“Comprensibile e più che giustificata la reazione dell’ASCOM – concludono Ruggeri e Abbate – ma ribadiamo quello che andiamo ripetendo in ogni occasione fino alla noia: senza una coerente idea di città  che riparta dalla crisi attuale e che imposti su basi nuove uno sviluppo sostenibile si rincorrono illusorie opportunità che finiscono per aggravare le difficoltà di settori importanti già in ginocchio a causa della crisi”.

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