Tabelloni elettorali senza manifesti per il ricorso al Tar della lista Bunga Bunga
I tabelloni elettorali sono desolatamente vuoti. Neppure un manifesto è stato incollato negli appositi spazi a soli venti giorni dalla elezioni. Eppure, specialmente le liste civiche, vorrebbero occupare gli spazi elettorali con la loro propaganda per potersi far conoscere. La mancata assegnazione deriva dal ricorso al Tar del movimento Bunga Bunga, escluso dalle liste elettorali. Era stata una funzionaria dell’ufficio elettorale del Comune di Mantova a fermare la presentazione della Lista Movimento Bunga Bunga quando si è trovata di fronte alla richiesta di 700 certificati elettorali di mantovani residenti all’estero, sottoscrittori a sostegno del candidato alla presidenza della Regione Lombardia Marco Di Nunzio. I mantovani residenti all’estero sono 1200, più della metà di loro puà aver sottoscritto la lista Bunga Bunga? La funzionaria, mentre stava effettuando dei controlli incrociati, ha scoperto che fra i sostenitori di Di Nunzio c’era anche un suo amico di vecchia data, un ingegnere mantovano da anni al lavoro tra gli Usa e l’Argentina che, però, proprio nei giorni in cui avrebbe apposto il suo autografo a sostegno della lista Bunga Bunga si trovava in Italia. A dimostrarlo i documenti necessari al rimpatrio che la stessa signora Remondini stava analizzando. A quel punto la funzionaria ha telefonato all’amico spiegandogli la vicenda. Quest’ultimo, caduto dalle nuvole, ha sostenuto di non aver mai firmato per nessuna lista, tanto meno per quella di Di Nunzio e ha chiesto la cancellazione. “Visto come si stava sviluppando la vicenda – prosegue la funzionaria dell’ufficio elettorale – per me è stato naturale segnalare la vicenda alla Procura di Mantova” che sta indagando anche sulla regolarità delle altre 699 firme. “Stiamo facendo le indagini su questa lista – precisa Antonino Condorelli, procuratore capo di Mantova – e anche su altre sospettate di aver raccolto firme false. Stiamo coordinandoci con la Digos e nei prossimi giorni avremo maggiori elementi a disposizione per chiarire questi casi”. Al momento, comunque, le liste e la candidatura alla presidenza della Regione Lombardia di Marco Di Nunzio, del Movimento Bunga Bunga, sono state bocciate dalla commissione della Corte d’Appello di Milano proprio a causa di irregolarità nelle firme. Di Nunzio ha fatto ricorso al Tar contro la bocciatura. Le prefetture, in atteso dell’esito del ricorso al Tar, hanno bloccato tutta la cartellonistica elettorale.
Umberto Ambrosoli ha dichiarato: “E’ una situazione che accomuna tutte le forze politiche, ma che penalizza maggiormente le liste presenti solo nella consultazione regionale e, in misura ancora più rilevante, quei movimenti civici che hanno la necessità di far conoscere il proprio simbolo e i propri candidati agli elettori. I partiti hanno avuto in assegnazione gli spazi sui tabelloni per Senato e Camera e quindi possono promuovere i loro simboli e i loro candidati. E’ incomprensibile come il ricorso di un movimento che pare abbia il solo scopo di destabilizzare la campagna elettorale arrivi a penalizzare i cittadini lombardi che non vedono rispettato il loro diritto di conoscere tutti i soggetti che si presentano alle elezioni”.
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