Politica

Elezioni, e se vincesse ancora Berlusconi?

Il titolo può sembrare financo una provocazione, visti i sondaggi (attuali) a favore di Bersani & C. Ma visto il mezzo schiaffo, a sorpresa, preso dalla Merkel nel suo feudo (Bassa Sassonia) e – più ancora – visto l’allarme che in questi giorni  hanno lanciato La Stampa e l’Unità sui fatti di casa nostra, l’interrogativo ha una sua ragion d’essere. Come direbbe il Trap, meglio non dire gatto finché non è nel sacco.

C’è una domanda ch, in queste ore, fa il giro del retrobottega della Politica. Ed  è una domanda che pesca nella memoria delle urne. Eccola:  riuscirà il Pd  anche stavolta a fare di tutto per perdere?  E c’è una seconda domanda che si ricollega alla prima: Berlusconi sarà di nuovo capace di una rimonta a cui un mese fa credeva forse solo lui?

Su Monti, al momento, c’è rassegnazione. Il Professore è visto già “al dopo urne”. D’accordo, a Bergamo, domenica scorsa,  ha presentato la squadra, ha promesso riforme radicali, ha detto che “non è incoerente ridurre le tasse”, si è tolto il loden, ha sfoderato toni fino a ieri sconosciuti, è diventato tagliente, aggressivo; ha bastonato la Lega “che si vergogna dell’Italia e invidia la Germania mentre noi ammiriamo la Germania e vogliamo imitarla in alcune riforme”. Insomma si è agitato, ha sfidato destra e sinistra, ha detto che bisogna federare i riformatori, ha glissato sul lavoro perché i suoi esperti (Ichino, Bombassei, Cazzola) non riescono ,  ancora,a fare sintesi. Epperò sono in molti, anche nel suo gruppo, che danno per scontato un suo  patto con la sinistra. Come dimostrerebbe l’apertura (sobria)  a Vendola; segnali di fumo scambiati dalle rispettive colline intercettati però da un livoroso  Ingroia che si sente messo da parte, se non tradito dall’agenda di gomma di SuperMario. Anzi il leader rivoluzionario  non ha dubbi. E l’ha detto:”Bersani è già d’accordo con i centristi”. Stavolta l’ex pm  non ce la farà a mettere le manette alla trattativa Monti-Pd.

Morale: partita aperta in cinque Regioni (Lombardia, Veneto, Campania,Puglia,Sicilia) per quanto riguarda il numero dei seggi senatoriali.Per la Camera invece  non dovrebbero sussistere problemi:la coalizione di centrosinistra ha una netta maggioranza in tutti i sondaggi, Bersani incasserà il ricco premio di maggioranza (55% dei seggi)  e volerà nei pascoli celesti.

Il Cavaliere, ovvio, non ci sta. E giù “legnate mediatiche” ai professori “tecnicamente incapaci”. Berlusconi ovunque vada non solo ripete le sue linee guida – basta con l’Imu, più poteri al premier, a casa metà parlamentari – ma ne approfitta per bocciare l’operato dei Professori  (“costellato di gaffe e retromarce”) facendo sponda con Bankitalia (“Con Monti il Pil è peggiorato”) e persino con il Financial Times (“Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia”; la crisi finanziaria sta scemando ma quella economica è in piena crisi”).

Ci aspetta un finale di campagna elettorale verboso, rissoso, parolaio, vecchio, sterile. Per ora sta vincendo la “sfiducia nel futuro”  (Angelo Panebianco sul Corriere). E la trovata del Redditometro legittima un’altra, doverosa domanda: ma in che mani siamo finiti?

Sui siti cicaloni leggiamo:”Rigor Montis con la sua pattuglia Catto-Pierfessa-Smontezemolata non farà un gran risultato  ma sarà decisivo  e si ritaglia già il ruolo di ago della bilancia”. Se così fosse l’Italia avrebbe il solito governo moderato e centrista con la solita transumanza di parlamentari  da un gruppo all’altro. Oddio, quanti Scilipoti avremo nel prossimo Parlamento?

Enrico Pirondini

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