City Hub, in Regione le osservazioni Il verde non basta
Il 5 dicembre 2012 è stata avviata la procedura di Verifica Regionale del Programma Integrato di Intervento denominato “Cremona City Hub”. Qualcuno ricorderà la farsa iniziale di questo progetto, quando furono raccolte dall’Amministrazione Comunale le proposte di molti cittadini (e associazioni, categorie professionali ecc…) che pensavano, in buona fede, di poter “partecipare” alla costruzione di un nuovo quartiere partendo dalle esigenze più sentite. Con un bene-grazie-adesso-fatevi-da-parte le osservazioni sono state subito accantonate e il progetto ha preso un’altra via, quello della cementificazione. Per giustificare ciò è bastato applicare la “neolingua” urbanistica: “Fra le principali risorse umane, una delle più controverse è costituita dall’elevata densità residenziale, la sola in grado di permettere aree verdi e servizi, ma soprattutto trasporti pubblici efficienti alla scala urbana. Densità elevate, purché opportunamente pianificate, possono contribuire notevolmente a ridurre la cosiddetta “impronta ecologica” delle città: minor consumo di territorio; minori investimenti nei trasporti pubblici, nelle reti fognarie ed elettriche, ecc…; contenimento delle sedi stradali con conseguente riduzione delle macchine private”.
La riduzione dell’impronta ecologica cioè si attua cementificando con densità elevate: si confondono volutamente diversi temi, quale ad esempio la salvaguardia del territorio non edificato, per avvalorare l’obiettivo finale, cioè quello “costruttivo”, a scapito di quello “ambientale”. Il verde pubblico sarà in percentuale ridicola, confinato in aiuole intorno alle rotatorie stradali e davanti all’entrata del nuovo stadio,
con qualche macchia alberata in quella che viene definita piazza, in realtà un’area con una palazzina centrale (ad uso privato), ai lati edifici destinati al commercio e una strada che attraversa trasversalmente la piazza stessa.
In compenso tutti i 163 tigli oggi esistenti verranno tagliati. La scarsissima attenzione che è stata rivolta ai pedoni, ai ciclisti e in genere a un ambiente urbano meno soffocante la si nota dalla pista ciclabile che passa dalla nuova piazza e termina infrangendosi contro un edificio (tratteggio giallo):
del resto, non ci sarebbe alternativa, il comparto sud è chiuso dall’autosilo (a pagamento) di quattro piani e non si può accedere alla parte nord del comparto. Si può notare però la nuova pista ciclabile di via Mantova (fuori dal PII), un oscuro oggetto del desiderio del quale non esiste nemmeno il progetto, figuriamoci i soldi…
A questo incubo urbanistico non poteva mancare la “torre”, un edificio di 42,7 metri di altezza, che nel profilo altimetrico viene messo un po’ defilato per farlo notare poco,
mentre nella visuale complessiva viene addirittura “velato”, non si sai mai che qualcuno si accorga dell’assurdità.
C’è tempo fino al 19 gennaio per inviare le osservazioni in Regione: http://www.cartografia.regione.lombardia.it/silvia/jsp/schede/schedaSintesi.jsf?idProcedura=020100001909&titolo=Agenda%20Verifiche%20Regionali&osservazioni=si&aggreg=REG
Noi lo faremo, comunque consapevoli della inutilità del gesto: a Cremona, infatti, è passato tutto sotto il silenzio, nessun approfondimento, nessuna critica, nessuna alternativa, la “politica” si è dimostrata ancora una volta assente (viene da chiedersi se i consiglieri comunali conoscano il progetto), per cui è probabile che quello in Regione sia solo un passaggio burocratico. Il problema è che se passa questa colata cementizia la qualità della vita, in precipitosa discesa negli ultimi anni, non potrà che peggiorare: questo progetto è nato vecchio di decenni, altre città europee vanno in direzione contraria ma qui qualcuno è ancora convinto che per diventare una grande città sia necessario edificare ad oltranza, con anche una “torre” definita come segnale urbano di riferimento sia per la città che per il territorio che si apre alla campagna padana. Questa definizione non è casuale, infatti, il Torrazzo in questo progetto non viene mai citato, per scimmiottare i vecchi interventi urbanistici delle grandi città è stato necessario dimenticare la storia e il tessuto urbano di Cremona.
LUCI
Laboratorio Urbano di Civica Iniziativa
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