Utenze staccate a famiglie in crisi: ora piano d'emergenza
L’aumento delle situazioni di povertà che conduce all’impossibilità di far fronte ai pagamenti delle bollette per tante famiglie ha riaperto la discussione sulle società partecipate dagli Enti locali e sul loro controllo da parte del Comune.
Dal 2000 con D.Lgs. n. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali) le aziende speciali (municipalizzate) si sono trasformate in società per azioni e si è affermata una nuova tipologia di impresa: l’azienda di diritto privato a partecipazione pubblica, in grado di fornire una pluralità di servizi (multiutility) per intere reti urbane e capace di operare sul mercato anche in condizioni di liberalizzazione
Le successive evoluzioni sul piano locale hanno questo punto di partenza, definito dalla normativa nazionale, ma parliamo pur sempre di società che gestiscono servizi pubblici con soldi pubblici, di cui l’azionista diretto è il Comune e gli azionisti indiretti sono i cittadini.
Se i numeri delle morosità per situazioni di povertà e casi sociali riconosciuti aumentano in modo tanto rilevante, è evidente che vanno riviste le modalità del monitoraggio praticate per i mesi invernali e che riguardano i casi sociali poiché non sono più sufficienti per far fronte ad una situazione nuova e grave come quella che si sta presentando.
E’ necessario pertanto predisporre un piano d’emergenza che preveda il riallaccio della fornitura idrica e delle forniture minime di gas ed elettricità per i casi individuati dai servizi sociali attraverso un confronto aperto con il Comune ed i soggetti gestori che ci auguriamo possa avvenire già nella Commissione Affari sociali, convocata per il 3 gennaio.
Per il gruppo Pd
Maura Ruggeri
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