Cronaca

Ambulatorio procreazione assistita, Movimento per Vita: 'Riserve della Chiesa'

L’Ospedale di Cremona ha inaugurato un ambulatorio di fisiopatologia della riproduzione di primo livello strutturato per eseguire la tecnica minore di procreazione medicalmente assistita ossia l’induzione di una multiovulazione farmaco indotta e l’inseminazione intrauterina omologa (IUI). Si accende la discussione. Sul sito della Diocesi un’intervista al dottor Paolo Emiliani, medico e presidente del Movimento per la vita di Cremona: “Il Magistero della Chiesa esprime una sostanziale contrarietà al concepimento di un figlio attraverso un atto tecnico che sostituisce la naturalità dell’atto sessuale. Ai genitori sterili legittimamente desiderosi di paternità e maternità viene indicata la possibilità di una fecondità attraverso l’adozione di figli già nati”.
“Fra le molte tecniche di procreazione medicalmente assistita – continua Emiliani – quella su cui intende cimentarsi il nuovo ambulatorio ospedaliero risulta essere la meno invasiva, nei cui confronti minori sono le riserve del Magistero. L’attività del nuovo ambulatorio può risultare utile, nell’approccio multidisciplinare alla coppia infertile, se offre finalmente un tentativo di inquadramento diagnostico e  di terapia della sterilità laddove possibile, invece che un sistematico e quasi automatico ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Proprio il nuovo ambulatorio può diventare luogo di adeguata informazione sulle percentuali di successo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita , sui rischi correlati alle pratiche di iperstimolazione ormonale e sui rischi cui è più frequentemente esposta una gravidanza dopo PMA”.
“Nel 2010 – conclude Emiliani – sono stati generati in Italia più di 113mila embrioni di cui solo 12.500 sono giunti alla nascita. Questo dato pone una domanda sulla tutela dell’embrione per cui, laddove ci si indirizzi verso la procreazione medicalmente assistita, dovrebbero essere privilegiati centri dove, nel pieno rispetto dell’impostazione della legge 40, non vengano prodotti embrioni in sovrannumero o dove si adotti la tecnica del congelamento degli ovociti”.

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