Lettere

Acqua, alla conferenza dei sindaci una squallida imboscata

da Comitato Acqua

Nel pomeriggio di giovedì alla Conferenza dei Comuni del territorio si è consumata l’ennesima e sempre più squallida imboscata nei confronti dell’acqua di tutti. Entro una assemblea convocata su un odg che prevedeva una semplice discussione e non una votazione, il sindaco di Spino d’Adda ha proposto di votare un atto di indirizzo politico che schierasse i sindaci cremonesi sulla soluzione mista (dunque sulla privatizzazione del servizio). L’intento era evidentemente di tamponare in qualche modo il disastro politico costruito dal presidente Salini sulla partita, tentando di fare pressione sulla Lega Nord, intenzionata a proporre tra pochi giorni consiglio provinciale una mozione pro-acqua pubblica. Ma la Lega Nord ha giocato d’anticipo non presentando i sindaci “di area” ed uscendo con un comunicato stampa in cui si “scopriva” in pratica il giochetto di Salini & Co. e si ribadiva che il confronto non andava spostato dalla sede ormai prefissata, appunto quella di consiglio provinciale.

L’assemblea ha poi visto dipanarsi una lunga teoria di interventi di sindaci convintamente favorevoli alla soluzione esclusivamente pubblica, che hanno messo in seria difficoltà i pro-privato, arroccati su posizioni ideologiche, come è risultato evidente nel momento in cui il sindaco Silla ha colto in fallo (e che fallo) l’Ufficio d’Ambito intuendo dalle dichiarazioni del presidente Denti che i componenti dell’ufficio (direttore compreso) conoscono il business plan della nuova azienda provinciale solo tramite un pugno di slide e non hanno neppure mai acquisito ufficialmente il documento.

Come sempre inqualificabile la prova del presidente dell’assemblea sindaco Leni che ha accuratamente evitato di far rilevare con forza (come sarebbe stato suo dovere) la difformità della proposta di voto dall’ordine del giorno, che  prevedeva esclusivamente una discussione (sacrosanta) e non una votazione.

Allucinante (ma rivelatore) l’intervento dell’assessore Bordi che ha detto esplicitamente che il problema dei distacchi di utenze in Cremona sarebbe molto meglio risolvibile con la presenza di un privato nella compagine societaria.

Dopo due ore di interventi il presidente Leni ha chiesto ufficialmente all’assemblea se riteneva che la proposta del sindaco di Spino andasse votata o no e le mani si sono alzate, ma erano tragicamente poche (una quindicina sì e no): ha provato a fare persino il conto dei voti per abitante, ma ormai i sindaci disgustati (anche alcuni di centro-destra) se ne stavano andando, disconoscendo di fatto ogni reale valore al suo (sempre più imbarazzante) ruolo di presidente. A quel punto il sindaco di Spino ha ritirato la sua proposta e l’assemblea si è svuotata sulle ali del disgusto.

L’intera Conferenza dei comuni ha giustamente rifiutato di pronunciarsi a favore dell’ingresso del privato nel servizio idrico di Cremona e a favore di un piano d’ambito che evidentemente a Cremona non riesce a raccogliere neppure un voto positivo.

Un grazie di cuore ai tanti sindaci che questa sera hanno dato davvero una buona prova di sé.

per il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese
Giampiero Carotti

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