Cronaca

Voto ai detenuti, il deputato radicale Turco visita Cà del Ferro

Mobilitazione dei radicali dentro e fuori le carceri di tutta Italia e anche a Cà del Ferro. Presente in città per una visita alla casa circondariale cremonese, il deputato Radicale Maurizio Turco. Accompagnato da Sergio Ravelli e Gino Ruggeri, dalle 9 entrerà nel carcere Cà del Ferro e alle 12 terrà una conferenza stampa. La mobilitazione in occasione della discussione nelle commissioni giustizia e affari costituzionali al Parlamento della risoluzione radicale per il diritto di voto dei detenuti, prevista per martedì 11 dicembre. “Un successo quello della discussione in commissione – dicono i radicali cremonesi – per la lotta non violenta che ha convinto la deputata radicale Rita Bernardini, promotrice e prima firmataria del documento, a sospendere lo sciopero della fame che portava avanti da ormai 41 giorni insieme alla segretaria del Detenuto Ignoto Irene Testa. Per rivendicare il proprio diritto di voto, ostacolato da disinformazione e da una procedura farraginosa, decine di migliaia di reclusi in tutta Italia avevano digiunato dal 19 al 22 novembre scorso, alternando ogni sera per quattro giorni battitura delle sbarre e momenti di silenzio. Una mobilitazione promossa dal Partito Radicale dentro e fuori le carceri e che riprenderà nei prossimi giorni, come annunciato da Marco Pannella, che ha chiamato nuovamente a raccolta la comunità penitenziaria dai microfoni di Radio Carcere”.
Domenica 9, lunedì 10 dicembre e martedì 11 nelle carceri – compreso quello di Cremona – si ripeterà la battitura alle sbarre delle celle con questi orari: domenica e lunedì dalle 13 alle 13.30 e dalle 19 alle 19.45 mentre martedì la battitura verrà effettuata dentro e fuori le carceri dalle 13 alle 13.30 con pentole, coperchi, posate e tutto il necessario per farsi sentire.
“Con questa nuova mobilitazione – dicono i Radicali – intendiamo ribadire l’urgente necessità di riportare la giustizia italiana e la sua appendice carceraria nel perimetro della legalità attraverso un provvedimento di amnistia: il solo in grado di interrompere immediatamente la condizione di flagranza di reato in cui versa lo Stato italiano rispetto ai propri cittadini”.

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